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Tra i giovani nessuna nostalgia: «Viva il Pdl»

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.Sbaglia. Lasciamo da parte l'affettività e pensiamo che, politicamente parlando, i partiti sono solo degli strumenti per portare avanti quello che siamo. Sarebbe stato più grave se avessimo spento la voglia di combattere per quello in cui crediamo». Lui è Alberto Spampinato, dirigente nazionale di Azione Giovani. Un giovane cresciuto a pane e politica. Alto, capelli corti, vestito rigorosamente di scuro, mentre, accompagnato da una ragazza, lasciava l'hotel Parco dei Principi, dove si volgendo l'ultimo congresso provinciale di An prima di dar vita al Pdl. E se al tavolo di presidenza sedevano i dirigenti del partito in sala, tra tanti altri, siede anche Anna Cece. Si definisce una «semplice iscritta» anche se l'aggettivo semplice appare un po' riduttivo. È infatti nel Fronte della Gioventù dal 1976. Una posizione privilegiata quindi la sua a tal punto che, come lei stessa dice, «solo io posso prendere a parolacce il sindaco». «Non c'è tristezza a spegnere la Fiamma - continua -, perchè quello che mi importa ora è che i miei ragazzi conservino le loro radici perchè sono il futuro del Pdl». «Mi accompagna fuori? Devo dirle una cosa». E fuori emerge la militante pasionaria: «Parlano tanto di quote, 70 per cento a FI e 30 ad An. Questo potrà andare bene per i vertici ma per i giovani il discorso dovrebbe essere 30 per cento a 70 e forse neppure ci arrivano perché i nostri ragazzi si sono formati nelle scuole e sezioni. I loro non si sa. Ora la lascio, vado a votare». Così mentre in sala continuano gli interventi dei dirigenti, sulle scale che portano all'ingresso dell'hotel un gruppetto di ragazzi parlottano. Giuliano Castellino, presidente dei circoli Area Identitaria di An e sostenitore del partito unico spiega: «Siamo felicissimi, viva il Pdl e viva l'Italia. I giovani sono sulla cresta del cambiamento e quelli romani lo hanno capito scegliendo Alemanno come sindaco. È ora di finirla con le ideologie, ora puntiamo alla meritocrazia creando un movimento inverso e opposto a quello del '68». Posizioni condivise anche da Daniele Basili, dirigente provinciale di Azione Universitaria Roma che aggiunge: «Oggi si compie il progetto di Pinuccio Tatarella. I valori della destra, sempre relegati al margine, diventano parte fondante del più grande partito d'Italia». Ma dove sono finiti quelli contro la fusione? Ce ne sarà almeno uno? «No, no, mio caro - commenta Simone Viti - qua non li trovi?». Tutto questo accade mentre in un angolo del pianerottolo due giovani, autodefinitisi «ufficialmente disinteressati», vendono gli ultimi gadget del «fu' partito di Alleanza nazionale».

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