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Il Cav: "Non sono un uomo di destra"

Berlusconi

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Un evento importante a tal punto che si è conquistato addirittura un richiamo in prima pagina sotto la scritta a caratteri cubitali «Exclusiva». Così il premier torna a parlare con la stampa straniera e lo fa con un quotidiano che, nonostante abbia una linea editoriale vicino alle posizioni del centrodestra, meno di un anno fa, quando il Cavaliere si stava preparando ad insediarsi per la quarta volta, in meno di due decenni, alla guida del governo non gli risparmiò qualche frecciatina definendolo: «L'uomo che ha più vite di un gatto». Ma si sa che Berlusconi sulla sua grande maestria comunicativa ha costruito buona parte del consenso elettorale e quindi non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione per parlare a tutto tondo: dalla crisi economica alle sue vicende giudiziarie, dalle vicessitudini del Pd ai temi caldi sull'immigrazione. La crisi non è colpa del governo «Con la crisi in corso un apprezzamento tra il 64% e il 73% è francamente imbarazzante. Gli italiani hanno capito che questa crisi è globale, che non è una responsabilità del governo e che, anzi, stiamo facendo tutto il possibile in sintonia con gli amici europei per alleviarne gli effetti per ridare fiducia alle famiglie e alle imprese e preparare la ripresa».   Le vecchie ideologie non contano più.   «Io non sono un uomo di Destra — continua Berlusconi — La ragione del consenso di cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a farsene portavoce viene punito dal voto». E alla domanda sulla sua posizione sul fascismo spiega: «Nessuno può pensare che io abbia reticenze riguardo al fascismo. Mi riconosco in pieno nei principi della nostra Costituzione repubblicana e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi». Opposizione allo sbando.   «La crisi dell'opposizione non può far piacere a nessuno. Anzi preoccupa. Così il premier torna sul ruolo della minoranza in democrazia. «Il loro ruolo in una democrazia è essenziale e bisogna saperlo esercitare in modo costruttivo. La crisi dell'opposizione italiana sembra destinata a durare a lungo. I partiti della sinistra si sono arroccati in difesa dei privilegi, delle corporazioni e della vecchia politica, mentre noi avviavamo le riforme per cambiare l'Italia come il nucleare e la campagna contro l'assenteismo». La "detax". «Un meccanismo fiscale – spiega il premier - che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale, e lanceremo una nuova filosofia degli aiuti che coinvolga più strumenti e più attori, anche privati». Un progetto che Berlusconi ribadisce vorrà proporre al prossimo G8.   Sulla legge del "fine vita".   «I parlamentari del Pdl - continua il Cavaliere - sono liberi di votare secondo coscienza. Un governo democraticamente eletto ha il diritto e il dovere di prendere decisioni. La morale può essere soggettiva, la legge no. Su tematiche come queste non si possono lasciare vuoti normativi, perché è in quel vuoto che nasce il problema. Ricordiamo che nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura. Era una donna malata alla quale si volevano togliere acqua e alimenti e di qui nasceva la necessità e l'urgenza di un provvedimento del governo». Processo Mills? Verrò assolto. «Non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente certo che quando il processo riprenderà, verrò assolto». Il premier affronta anche la questione del Lodo Alfano: «È una legge nata dall'esigenza indicata dalla stessa Corte Costituzionale per consentire alle più alte cariche dello stato di svolgere appieno e con serenità il proprio mandato. È un meccanismo ben noto in altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari.

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