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Questo Pd non avrà un futuro

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Le Borse scricchiolavano e davano i primi segni della tempesta in arrivo. Il premier di centrosinistra disse a conclusione di un vertice internazionale: «La crisi sarà risolta presto». E si disse convinto che in Italia ci fosse tutto il tempo per controbilanciare l'onda d'urto sul fronte economico. Poco dopo iniziò la campagna elettorale, la cui parola chiave del Pd di Veltroni fu «miracolo». Nel programma elettorale non compare mai la parola crisi. Berlusconi, con sorpresa di tutti, usò altri termini, altre parole e senza mezzi termini parlò in più occasioni di «sacrifici» da compiere e delle «lacrime» che sarebbero state versate. Un anno dopo lo stesso centrosinistra, lo stesso Pd accusano il premier di centrodestra di aver sottovalutato la crisi. In Italia tutto è consentito ma ci vuole davvero una faccia a dir poco di bronzo a sostenere queste tesi. Se c'è un punto che Veltroni non ha compreso è che ciò che conta oggi in politica è la credibilità. Ha provato ad andare alla conquista dell'elettorato moderato e non è stato creduto. Franceschini aveva dato la sensazione di qualcosa di diverso. Ieri ha sostenuto che «Berlusconi vive in bunker dorato». C'è da ricredersi, è uguale a quello di prima. Il Cavaliere può stare tranquillo: quelli lì faranno vent'anni di opposizione.

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