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Berlusconi non firma l'assegno di Franceschini

Silvio Berlusconi

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I vincoli del Trattato di Maastricht rendono la proposta del Pd «non sostenibile», ha affermato il premier alla fine del vertice Ue. «Ci costerebbe 1,5 punti di Pil e abbiamo il debito troppo alto. Piacerebbe a tutti noi fare ancora di più, ma viviamo in un sistema che è quello dell'Europa che ci impone vincoli e abbiamo altri vincoli dovuti all'enorme quantità di debito pubblico che abbiamo ereditato». Sono passate da poco le tredici quando Berlusconi arriva a palazzo "Justus Lipsius", sede del Consiglio dell'Ue, per partecipare al vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dei Ventisette. Per il premier solo poche ore a Bruxelles prima di partire alla volta di Sharm el Sheikh dove oggi parteciperà alla Conferenza dei donatori sugli aiuti a Gaza organizzata dall'Egitto. Il presidente del Consiglio, al termine del vertice Ue, incontra i giornalisti nella rituale conferenza stampa. E, commentando la proposta del Pd sull'assegno di disoccupazione, spiega che «un ulteriore innalzamento del debito pubblico comporterebbe da un lato uno spread sul nostro costo degli interessi passivi sulle nostre emissioni di titoli del debito pubblico. Dall'altro addirittura la possibilità che non ci siano risposte alla nostra emissione di titoli pubblici se il nostro debito fosse troppo elevato». Il premier parla anche delle banche italiane sottolineando come «hanno comprato istituti esteri, soprattutto nell'Est Europa», e non hanno avuto bisogno di essere patrimonializzate. «Il trattamento degli asset tossici non è qualcosa che ci riguarda. Sono soddisfatto - dice il premier - perché guardando gli altri le nostre banche non sono state toccate da quello che preoccupa gli altri istituti. Per quanto riguarda i cosiddetti Tremonti bond, solo una banca pensa di utilizzarli. Le banche si impegnano con il governo ad ampliare il credito alle imprese e questa è la motivazione che sta alla base della nostra disponibilità di fondi e della loro decisione a utilizzarli». Il premier illustra anche quello che è il piano del governo sulla crisi, una serie di riforme basate su obiettivi prioritari per tutta la squadra di governo. Si va, per esempio, dalla lotta all'evasione fiscale alla riduzione dell'assenteismo nel pubblico impiego passando per un'azione più incisiva di contenimento della spesa corrente. Inoltre, il premier da Bruxelles smentisce le ricostruzioni di stampa che sabato riportavano indiscrezioni secondo le quali il segretario del Pd sarebbe considerato a palazzo Chigi «un avversario da non sottovalutare». «C'è l'abitudine - si è lamentato Berlusconi - di mettere tra virgolette valutazioni su Franceschini che non ho mai dato». Infine, prima di chiudere l'incontro con i giornalisti, il premier si lascia andare a qualche battuta. «Io e Sarkozy, in particolare, abbiamo parlato male dei media». Lo dice sorridendo il premier riferendosi al labiale che una tv francese avrebbe letto durante il recente vertice italo-francese di Roma. La frase incriminata secondo la tv francese - «Tu sais que j'ai te donne ta femme (sai che io ti ho dato la tua donna)» - in realtà, ha confermato ieri Berlusconi, sarebbe stata «Tu sais que j'ai ètudiè à la Sorbonne (sai che ho studiato alla Sorbonne)». Il premier ha aggiunto che oggi il presidente francese gli aveva manifestato la sua disponibilità a «confermare» pubblicamente la frase. «Io gli ho detto che la cosa è assolutamente superata».  

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