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Il Pd e quel giuramento che blocca il dialogo

Franceschini giura sulla Costituzione

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Mi riferisco alla sua iniziativa (originale, certo, ma, in qualche misura, bizzarra per un segretario di partito) di voler giurare fedeltà alla Costituzione. Si è trattato, lo capisco bene, di un gesto metaforico alla ricerca di un simbolo di unità per un partito che rischia di andare in frantumi travolto dalle contraddizioni che lo dilaniano e dalle mille anime che lo caratterizzano. Quale miglior simbolo di unità — deve essersi detto, onorevole Franceschini — se non la Carta Costituzionale nata dal compromesso tra forze e tradizioni politiche diverse all'indomani della fine della dittatura? E quale miglior simbolo di differenziazione da una maggioranza governativa il cui leader ha posto l'attenzione sulla necessità di modificare quel documento costituzionale? La sua scelta simbolica, onorevole Franceschini, è diventata, di fatto, una scelta di campo. Una scelta politica di chiusura nei confronti di ogni possibile dialogo con la maggioranza e, al tempo stesso, una scelta che, temo, non riuscirà a salvare il Pd da una fine ingloriosa. La sinistra, di tutti i generi, non tralascia opportunità per ribadire l'intangibilità della Costituzione. Anche se, poi, lo ricordo per incidens, fu proprio un governo di centro-sinistra o di sinistra-centro a varare, con una maggioranza risicata, le modifiche più significative alla Carta. Non tralascia, insomma, la sinistra per appellarsi — ne parlarono anni fa Norberto Bobbio e, dopo di lui, Gian Enrico Rusconi — a un «patriottismo della costituzione» che dovrebbe sostituire o surrogare il «patriottismo della nazione», concetto ritenuto inutilizzabile perché sempre in odore di fascismo. Il motivo, in fondo, c'è davvero. Lasciamo stare, caro Franceschini, le battute del premier a proposito di una Costituzione modellata su quella sovietica. Sono battute e nulla più. Però, qualcosa di vero c'è. La Costituzione fu la combinazione di una dichiarazione di principio — l'antifascismo — e di un compromesso fra le grandi tradizioni politiche che contribuirono a elaborarla: cattolici. socialcomunisti, liberali. Un compromesso sbilanciato a favore delle prime due componenti. In sede di Assemblea Costituente si instaurò un sodalizio fra comunisti e cattolici, soprattutto dossettiani, che finì per produrre un documento sbilanciato verso la sponda progressista. Palmiro Togliatti fu, all'epoca, attivissimo, si impegnò in prima persona e trovò una sponda nei cattolici dossettiani che si adoperarono per evitare che il nuovo edificio costituzionale si riallacciasse all'Italia liberale. Non a caso, Giorgio La Pira, durante i lavori, giunse a dichiarare (molto prima di Berlusconi!) che, a suo parere, sarebbe stato opportuno «rifarsi un poco al tipo di costituzione sovietica». Il peso dei comunisti nella elaborazione della Carta costituzionale non è un elemento di poco conto, perché all'epoca questi erano legati a doppio filo all'Urss di Stalin, non avevano rinunziato alla prospettiva di conquista rivoluzionaria del potere. La patente di democraticità era stata loro fornita dagli azionisti e le ricordo in proposito, caro Franceschini, certe considerazioni di Bobbio, sulla «democrazia sostanziale» dell'Urss. Tuttavia, malgrado la convivenza di un'anima democratico-progressista e di un'anima garantista, la Costituzione ha rappresentato la cornice all'interno della quale si è operata la crescita civile del paese. Ma, adesso, molte cose sono cambiate: la caduta del muro di Berlino, la fine della guerra fredda, il crollo delle ideologie, gli scontri di civiltà hanno rimescolato le carte. La dimensione ideologica della Carta Costituzionale appare sempre più obsoleta. Per questo, caro onorevole Franceschini, mi sembra che Lei sia partito con il piede sbagliato nel voler attribuire alla Costituzione un valore totemico che fu messo in discussione da illustri giuristi, come Giuseppe Maranini e Piero Calamandrei, già in anni lontani. Così facendo, per unire attorno a un simbolo le anime del suo partito, dà l'impressione di guardare indietro invece che al futuro. Non me ne abbia e le faccio, comunque, i migliori auguri perché in una sana democrazia l'opposizione è sacra e importante P.S. - Per pura curiosità, mi piacerebbe sapere se la copia della Costituzione sulla quale Lei ha giurato e che le porgeva suo padre era quella originaria del 1948 o quella già modificata, almeno in parte, con i voti del centrosinistra.

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