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Sì del governo al decreto anti-stupri

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"Il governo - ha detto il presidente del Consiglio - può usare la decretazione d'urgenza a seguito del clamore suscitato dai recenti episodi che tutti conoscete". Il decreto, che di fatto ripercorre il disegno di legge in discussione alle Camere per le nuove misure sulla sicurezza, inasprisce le pene per il reato di stupro, prevede che agli accusati non possano essere concessi gli arresti domiciliari e commina la pena dell'ergastolo per di commette un omicidio inerente a una violenza sessuale. Quanto all'introduzione delle "ronde" civiche, il ministro dell'Interno ha precisato che "saranno costituite da 'volontari della sicurezza che potranno agire sulla base di norme ben precise". "I cittadini - ha spiegato Maroni - potranno partecipare a forme di presidio e controllo del territorio ma 'in modo regolato". Cellulari e ricetrasmittenti alle associazioni di volontari che non effettueranno controlli fai da te ma saranno coordinati dalle forze dell'ordine. Il decreto approvato prevede "la possibilità per i sindaci di avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per segnalare agli organi di polizia eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale". Ma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, respinge legame tra immigrazione e fenomeni criminali e lancia l'allarme. "Mai come in questi casi dobbiamo mantenere la lucidità e la serenità per respingere l'associazione mentale tra criminalità e immigrazione, che non solo è odiosa ma se combinata a una condizione di difficoltà economica e nella difesa dei diritti del lavoro può diffondersi a macchia d'olio in numerose fasce della popolazione italiana, combinando un mix esplosivo". Nel dettaglio il provvedimento si compone di 12 articoli con nuove norme e di un articolo per la copertura di spesa. All'articolo 1 si prevede una modifica al Codice penale in modo da contemplare l'ergastolo in caso di omicidio commesso in occasione dei delitti di violenza sessuale, atti sessuali con un minorenne, violenza sessuale di gruppo e atti persecutori. All'articolo 2 il decreto estende 'obbligatorietà della custodia cautelare in carcere e la conseguente esclusione dai 'domiciliarì per i delitti di prostituzione minorile, pornografia minorile, turismo sessuale, violenza sessuale esclusi i casi di minoregravità, atti sessuali con minorenne e violenza sessuale di gruppo. Si prevede poi l'arresto obbligatorio in flagranza per i casi di stupro, con conseguente possibilità di procedere con rito direttissimo e celebrare il processo anche nell'arco di 48 ore. Si limita quindi, all'articolo 3, l'applicazione dei benefici penitenziari previsti dalla legge Gozzini come permessi premio, lavoro esterno e misure alternative alla detenzione, ai condannati per delitti di violenza sessuale (anche in questo caso esclusi i casi di minore gravità), atti sessuali con minorenni e violenza di gruppo. Per assicurare una più adeguata assistenza legale alle vittime di violenze sessuali, il decreto estende con l'articolo 4 il patrocinio gratuito a spese dello Stato per tutti coloro che subiscono questo tipo di reato. L'articolo 5 è dedicato alla lotta all'immigrazione clandestina, con l'estensione fino a sei mesi del tempo massimo di permanenza per gli stranieri irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione. L'articolo 6, ai fini dell'attuazione di un 'piano straordinario di controllo del territoriò prevede poi la possibilità per i sindaci di avvalersi della collaborazione di associazioni di cittadini non armati per segnalare alle forze dell'ordine situazioni pericolose per la sicurezza. Associazioni che saranno iscritte in un apposito elenco a cura del prefetto. Il piano straordinario di controllo del territorio prevede poi l'utilizzo da parti dei Comuni di sistemi di videosorveglianza in luoghi pubblici o aperti al pubblico, l'assegnazione immediata al ministero dell'Interno di risorse per 100 milioni di euro, l'assunzione entro il 31 marzo di circa 2.500 unità di personale delle forze di polizia. L'ultima parte del provvedimento, dall'articolo 7 all'articolo 12, introduce il nuovo delitto di stalking (atti persecutori) allo scopo di sanzionare le minacce e le molestie reiterate che potrebbero degenerare in violenza sessuale o omicidio. In reato punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.

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