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"Ora penso a scrivere un libro"

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Walter Veltroni

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Ora per molte settimane non parlerò più delle cose interne se non per sostenere chi guiderà il partito». Veltroni non si pente della scelta fatta: «È stata quella giusta non solo per me stesso ma anche per la casa comune». Ma all'ex segretario del Pd non va di parlare di politica né delle tensioni degli ultimi mesi. Ringrazia deputati di entrambi gli schieramenti che in Transatlantico vengono a stringerli la mano e per una decina di minuti si apparta a parlare con il segretario «in pectore» Dario Franceschini. In tasca ha ancora gli appunti del discorso d'addio («Potete verificare che ho detto tutto e se ho saltato qualcosa è perché me lo sono scordato»). Ma preferisce divagare e raccontare la vita che gli si apre davanti con l'unico impegno di deputato e membro della commissione Esteri. «Ho dormito bene — racconta — ho solo un problema di fuso orario perchè per 30 anni mi sono svegliato alle 7,30. È stata una mattinata normale come quella di milioni di italiani, ho aiutato mia figlia a fare la tesina». L'unica spia che rileva che non è un cittadino normale sono le telefonate di stima ricevute negli ultimi giorni: «Sto da tre giorni al telefono e mi hanno chiamato le persone più disparate, come ad esempio le figlie di Enzo Biagi e i genitori di Ilaria Alpi». Niente politica in senso stretto per un po' per l'ex segretario, come se si volesse disintossicare. «Il tempo libero non mi spaventa perché ho tante passioni. Ora parto per una settimana e poi ho già due idee per un libro».

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