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Berlusconi: "Volevo chiamare Veltroni, ci ho ripensato"

Silvio Berlusconi

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Questo fino alla conferenza stampa dell'ormai ex segretario Pd al Tempio di Adriano. Veltroni spiega ai giornalisti il perché delle sue dimissioni, definendo Berlusconi «un egemone, uno che ha cambiato i valori con i disvalori». Poche parole ma sufficienti per far rompere gli indugi da parte della maggioranza. Lo stesso Cavaliere, ragionando con alcuni collaboratori, aveva ipotizzato una telefonata a Veltroni nel pomeriggio. Ipotesi svanita subito dopo la conferenza stampa. «Quando ho letto le dichiarazioni di Veltroni di stamattina mi è passata la voglia», spiega Berlusconi ad alcuni cronisti, uscendo dalla celebrazione dell'anniversario dei Patti Lateranensi. Il premier ha comunque premesso che le dimissioni del segretario del Pd «sono un fatto che non richiede commenti perché riguarda un'altra casa e io, per abitudine, non sono mai entrato nelle cose di interesse di altre forze politiche». Il momento politico è molto delicato. E non solo per il Pd. Anche la maggioranza in questo momento è un po' in subbuglio, privata all'improvviso dell'interlocutore principale dell'opposizione. Chi l'altra sera era a tavola con il Cavaliere per il vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli, lo descrive quasi incredulo di fronte all'improvviso rovescio nel centrosinistra, preoccupato di ciò che potrà accadere in quel mondo dopo un tale scossone, turbato dal venir meno di una interlocuzione forte nel cammino verso le riforme e semmai allarmato da possibili ripercussioni sul quadro bipolare della politica italiana. Il più preoccupato per le sorti del federalismo è Umberto Bossi («non si sa bene con chi trattare»), ma anche Berlusconi ha ribadito di voler cercare il dialogo e dunque al più presto un leader con il quale lavorare. Il premier comunque, di fronte al caos che regna nel campo avversario, sembra convinto ancora di più della necessità di andare avanti con l'azione di governo, rimanendo nel proprio solco, senza speculare sulla crisi in casa d'altri e senza piegare (o almeno non per i prossimi due anni) gli eventi verso nuove elezioni. Di fatto Berlusconi ostenta distacco quando dice di aver soltanto «letto» le dichiarazioni di Veltroni, impegnato in ben altro mentre il leader del Pd in diretta tv confermava il suo addio. E ammette di aver «commentato con un pizzico di biricchinaggine», pronunciando la frase sulla telefonata mancata. Qualcosa di più la dice invece Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl. «È sconcertante - afferma, usando non a caso il plurale - che nel giorno in cui ha dovuto ammettere la sua sconfitta e gettare la spugna rassegnando le dimissioni, Veltroni non abbia rinunciato ad insultare colui che ancora in questi giorni ha dimostrato per l'ennesima volta di avere il consenso della maggioranza degli italiani».

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