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Un inferno lungo sedici mesi

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Era diventato come l'oracolo di Delfi. Tutti pendevano dalle sue labbra tanto da incoronarlo reggente del partito con il 76 per cento delle preferenze alle elezioni primarie del 14 ottobre 2007. Da allora sono passati poco più di 16 mesi, esattamente 492 giorni, e il suo appeal all'interno del partito e nei confronti dell'elettorato è andato via via scemando. Nessuno come Veltroni può capire cosa significhi il detto: «Dalle stelle alle stalle». Lui che anche Luca Cordero di Montezemolo definiva «una persona che stimo», oggi si ritrova a dover digerire l'ennesima sconfitta elettorale da leader del piu grande partito di opposizione. Un vero annus horribilis iniziato lo scorso aprile quando gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere chi li avrebbe governati tra Silvio Berlusconi e il leader del Pd, dopo la caduta anticipata del governo Prodi. La sconfitta dell'ex sindaco di Roma fu sonante. Pdl, Lega e Movimento per le Autonomie ottennero la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera che al Senato distanziando la coalizione Pd-Italia dei valori di circa nove punti percentuali. Sull'onda lunga delle politiche anche regionali e amministrative confermano l'assoluto predominio del centrodestra. E il centrosinistra perde il Friuli Venezia Giulia, dove non viene rieletto il presidente uscente Riccardo Illy. Ma la sconfitta che sicuramente più pesa nel cuore di Veltroni è quella del comune di Roma. Quella Roma che lo aveva scelto come primo cittadino per ben due volte, nel 2001 e nel 2006, e che era stato costretto a lasciare proprio per sfidare Berlusconi alle politiche del 2008. Gianni Alemanno al ballottaggio con Francesco Rutelli, gliela porta via. Uno scenario che poi si è ripetuto anche a Brescia dove il candidato del centrodestra è riuscito al primo turno a superare la soglia del 50%. Unica consolazione è stato vedere il centrosinistra strappare al centrodestra i comuni di Vicenza e Sondrio. Una magra consolazione dato che un'ulteriore stangata non tarda molto ad arrivare. Giugno 2008 il centrodestra fa cappotto (8 a 0) alle provinciali siciliane e Anna Finocchiaro perde nettamente la corsa per la presidenza della Regione. Con l'inizio dell'autunno Veltroni vuole dare una scossa al partito e far vedere che è ancora in grado di dettare la linea. Il 25 ottobre invita tutti al Circo Massimo. Un piccolo bagno di folla c'è, ma non basta. Non passano neppure due mesi e anche la regione Abruzzo cambia colore politico: dalla Presidenza del Turco travolta dallo scandalo sulla Sanità, si passa ad una Presidenza Pdl con il Pd che non supera il 20%. Infine lunedì arriva il risultato della Sardegna: Soru perde la Presidenza della Regione. È la goccia che fa traboccare il vaso.

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