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Trionfa ancora l'attivismo del Cav

Berlusconi

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Una vittoria risicata arrivata solo in tardissima serata dopo un pomeriggio inutile, una snervante attesa da Paese da terzo mondo (il ministro dell'Interno farebbe bene a prendere qualche provvedimento), con i risultati al contagocce, senza «exit-poll» (alla faccia degli spot di Sky che, per ore, hanno preannunciato le prime proiezioni a stretto giro di posta), tanta incertezza, molta confusione e infinite polemiche. Soru aveva preparato a puntino la sua sfida. Aveva pensato di giocare in anticipo le sue carte dimettendosi anzitempo da governatore e, magari, era anche pronto a spiccare il volo verso Roma (e, in attesa degli eventi, si era comprato pure l'Unità), ma non ha poi fatto i conti con il Cavaliere che si è voluto impegnare in prima persona in queste elezioni, battendo l'isola in lungo e in largo. Anche se il centrodestra, secondo le ultime proiezioni, ha ottenuto più voti del candidato che ha sostenuto, Cappellacci ha confermato che il Pdl non ha perduto il suo «feeling» con gli italiani. E che, anzi, dopo dieci mesi, il governo Berlusconi è più forte che mai, nonostante una crisi economica senza precedenti. Proprio la decisione del premier di impegnarsi in prima persona in queste Regionali, è servita ad annullare l'effetto-Soru. Non è un caso che, nel 2004, l'ex mister Tiscali avesse ottenuto quasi dieci punti percentuali in più del suo sfidante Pili (50,1% contro il 41%). Non è neppure un caso che l'affluenza alle urne sia stata molto bassa (67,58%) e che molti elettori siano ricorsi al voto disgiunto (preferenza per Soru, ma pieno appoggio al Pdl). Molti commentatori erano pronti ad imputare al centrodestra la scelta di un candidato troppo nuovo e troppo «outsider» come Cappellacci, ma i fatti hanno dimostrato che il Cavaliere, ancora una volta, ha avuto naso. L'ex viceré della Sardegna ha dovuto subire l'onda d'urto del premier, ma ha anche pagato per i troppi errori commessi nella sua gestione. Non è una semplice coincidenza, infatti, che il governatore uscente abbia perso voti soprattutto nei centri costieri: lì è stato investito dal «boomerang» delle super-tasse da lui varate che hanno finito per frenare il turismo nell'isola. D'altra parte, anche se avesse vinto, Soru non avrebbe potuto governare: si sarebbe trovato nelle stesse condizioni di Prodi dopo le Politiche del 2006. Chi s'augurava, nel centrosinistra, in una possibile spallata a Berlusconi, deve ora ricredersi: il governo esce ancora più rafforzato dai risultati sardi e può concentrarsi, senza tante liti e incomprensioni, a varare quelle misure urgenti che gli italiani chiedono per tamponare una situazione economica sempre più difficile.  

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