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Nel 2008 industrie italiane ferme

Scajola

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Va a picco in particolare la produzione di autoveicoli, che ha registrato nell'ultimo mese dell'anno una contrazione del 48,9%. Una caduta che sembra non arrestarsi, tanto che Confindustria prevede che la caduta si accentuerà ulteriormente a gennaio e che il calo dell'indice nel corso dell'anno potrebbe incidere in maniera drastica sul Pil, con un calo anche superiore al 2,5%. Nel 2008 la produzione industriale è calata del 4,3%, la flessione più ampia mai registrata dal 1991, da quando cioè è iniziata la serie storica dell'Istat. Calo record anche a dicembre: la produzione è diminuita del 12,2% su base annua, ma considerando gli effetti di calendario la contrazione si accentua al -14,3%, il peggior calo dal gennaio 1991. Rispetto a novembre, l'attività delle industrie è diminuita del 2,5%, il quarto calo congiunturale consecutivo, ha sottolineato l'Istat, che ha anche corretto al ribasso i dati di novembre (-12,7% su base annua, da -12,3%, e -3,5% su base mensile, da -2,3%). Ad affondare il 2008 è stata soprattutto l'ultima parte dell'anno: nel quarto trimestre la produzione è calata del 7,5% rispetto al trimestre precedente, il peggior calo sempre dall'inizio della serie. Sia a dicembre che nell'intero 2008, i cali più consistenti della produzione hanno interessato soprattutto i beni intermedi e strumentali. A livello di settori, a dicembre spiccano i cali nella produzione di mezzi di trasporto e nella lavorazione di minerali non metalliferi (rispettivamente -31,5% e -25,3%), mentre nell'intero 2008 i ribassi più ampi hanno riguardato pelli e calzature (-10,2%) e legno (-9,8%). Va letteralmente a picco la produzione di autoveicoli: a dicembre si è registrato un calo del 48,9% su base annua, mentre nell'intero 2008 la produzione è calata del 18,6%. L'Isae prevede un avvio di 2009 in profondo rosso per la produzione industriale (-19,3% a gennaio), con il primo trimestre a -3,8% rispetto al trimestre precedente. I dati diffusi ieri dall'Istat preoccupano Confesercenti, che definisce il 2009 un «anno economico con i piedi di argilla» e evidenzia il rischio di «un pericoloso avvitamento fra consumi fermi e produzione in calo che decimerebbe altre migliaia di Pmi della distribuzione commerciale e l'occupazione del settore». È ottimista invece il ministro Scajola che ha spiegato che «le misure adottate dal Governo, pur nella necessaria salvaguardia dei conti pubblici, tendono a garantire il credito alle imprese e a stimolare la domanda interna attraverso sostegni diretti alle famiglie numerose e disagiate come la Carta acquisti, il Bonus fiscale e i Bonus per luce e gas e ad incentivare i consumi di beni durevoli, dalle auto ai ciclomotori meno inquinanti, dai mobili agli elettrodomestici ad alta efficienza energetica, che sono i più colpiti dal rallentamento produttivo». In questo momento, ha concluso Scajola, «dobbiamo concentrarci sul sostegno del reddito di coloro che potrebbero perdere il posto di lavoro, attivando rapidamente il Piano sugli ammortizzatori sociali da 8 miliardi in corso di definizione con le Regioni». Restano critici i sindacati: Susanna Camusso della Cgil, sottolineando il rapporto tra la diffusione della cassa integrazione e il crollo della produzione, ha evidenziato che «il quadro si sta aggravando» e chiede interventi sull'occupazione.

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