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Acquisite le cartelle cliniche Indagini sul protocollo

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Due consulenti della Procura di Udine hanno seguito ogni giorno il protocollo unitamente all'équipe medica guidata dal dottor Amato De Monte. Tra gli elementi da valutare Biancardi dovrà verificare anche la corretta applicazione del protocollo, per fugare ogni dubbio sull'improvviso decesso. Eluana Englaro, infatti, è morta nel giorno in cui per la clinica non c'erano più ostacoli per portare avanti il protocollo di sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione. Lo aveva detto la stessa Procura di Udine e la Regione Friuli Venezia Giulia. I legali della famiglia Englaro già nella mattinata di ieri erano stati chiari: «Nessuna violazione dell'articolo 193 del testo unico delle leggi sanitarie del 1934 da parte della clinica "La Quiete" di Udine». Pertanto, la sospensione di idratazione e alimentazione nei confronti di Eluana andava portata avanti, anche se la Regione avesse contestato alcune irregolarità alla struttura. Il legale della famiglia Englaro, Giuseppe Campeis, aveva incontrato in mattinata il procuratore Antonio Biancardi smentendo totalmente l'ipotesi di un sequestro della stanza. E in serata la conferma era arrivata dal procuratore generale presso la Corte d'appello di Trieste, Beniamino Deidda. «Non ci sono per ora elementi nuovi, la sentenza va applicata perché non ci sono irregolarità. È un protocollo molto rigoroso e non c'è ragione per interromperlo», aveva detto.

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