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Walter prova a superare lo sbarramento

Veltroni

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Qualcuno lo contesta, altri mettono in discussione la sua leadership, altri ancora propongono una soluzione alternativa. Così Walter è costretto a fare gli straordinari per ricomporre il puzzle fino a quando, stremato, non decide di andare alla conta. Il copione si è ripetuto in questi giorni. Il segretario del Pd ha faticosamente raggiunto un accordo con la maggioranza per introdurre uno sbarramento al 4% nella legge elettorale per le europee. Ora deve tenere fede al patto. Dovrà farlo nonostante l'opposizione della componente più vicina a Massimo D'Alema, che ritiene più giusta una soglia del 3%. Stamattina, durante la riunione del coordinamento e del gruppo a Montecitorio, le due visioni si scontreranno. I ben informati assicurano che non sarà una battaglia cruenta. La maggioranza del partito, infatti, sembra essere schierata dalla parte del leader. Tanto che ieri i segretari regionali, riuniti al Nazareno, hanno dato il via libera, all'unanimità, per fissare un'asticella più alta. Anche i dalemiani, insomma, si sono piegati. E non è un caso che Giuseppe Fioroni, commentando la riunione di oggi, ostenti sicurezza: «Il gruppo del Pd deciderà per la soglia di sbarramento al 4%, proposta che è ampiamente condivisa. È stato un miracolo trovare un'intesa sullo sbarramento. Sarebbe una sorpresa se qualcuno ci avesse ripensato...» Addirittura più duro l'aut aut affidato alle pagine di Repubblica dal numero due del partito Dario Franceschini: «Abbiamo dimenticato com'era il centrosinistra qualche mese fa? Questa amnesia non riesco a digerirla. La legge sullo sbarramento alle europee è uno spartiacque. O si va avanti verso un modello con due grandi partiti e 3-4 forze intermedie oppure si torna indietro con colizioni frammentate, divise, non in grado di governare». Prova a chiudere la querelle il coordinatore politico del Pd Goffredo Bettini, che ricorda come l'intesa tra i Democratici sul 4% sia stata trovata nel corso di una riunione a cui era presente anche Massimo D'Alema. «Il governo è venuto sulle nostre posizioni - spiega -. L'obiettivo è stato raggiunto. È giusto sottolineare un nostro successo. Tutto può essere discusso nei gruppi parlamentari ma questa è la posizione del Pd». Ora la domanda è: riuscirà Walter a mantenere i patti? Nella maggioranza si attende ansiosi e c'è chi dice sia già pronto un subemendamento, qualora il leader democratico non rispetti l'accordo, per alzare la soglia al 5% e togliere le preferenze (progetto originario del premier Berlusconi ndr). Insomma gli occhi di tutti sono puntati sul Pd anche se i veltroniani assicurano che quella sullo sbarramento è una finta battaglia. Il vero obiettivo dell'ala del partito ostile a Veltroni, infatti, sarebbe quello di modificare lo statuto cambiando la modalità di elezione del segretario: niente primarie ma una consultazione tra i tesserati. Un ritorno al passato quando il leader del partito veniva scelto nelle sezioni e non nei gazebo. In ogni caso oggi pomeriggio alle 14 la riforma della legge elettorale arriverà in Aula alla Camera. E mentre fuori, davanti ai palazzi della politica, i piccoli del centrodestra e del centrosinistra daranno sfogo alla loro rabbia, dentro Veltroni dovrà schivare l'ennesimo ostacolo.

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