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Sicurezza, i soldati non aumentano

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È l'indicazione che arriva dal Consiglio Supremo di Difesa, presieduto al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Richiamate anche «la grande problematica emergente della sicurezza energetica e le connesse vulnerabilità». Al vertice del Consiglio hanno partecipato, con il Capo dello Stato, i ministri degli Esteri Franco Frattini, dell'Interno Roberto Maroni, della Difesa Ignazio La Russa, dell'Economia Giulio Tremonti, dello Sviluppo economico Claudio Scajola, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il segretario generale del Quirinale Donato Marra, il capo di stato maggiore della Difesa generale Vincenzo Camporini e il segretario del Consiglio Supremo di Difesa, generale Rolando Mosca Moschini. Per ora, quindi, non ci sarà un massiccio aumento dei militari impiegati nelle città. Era stato il premier Berlusconi, sabato scorso, a lanciare l'idea di decuplicare i 3.000 militari che dallo scorso 4 agosto operano in supporto alle forze dell'ordine in città (2.000 a vigilanza di obiettivi sensibili e 1.000 nelle pattuglie miste con le forze dell'ordine). Nei giorni successivi il Governo aveva frenato in attesa della riunione del Consiglio di ieri, tenuto conto che il presidente della Repubblica è anche il comandante supremo delle forze armate e che, dunque, la decisione di un impiego così massiccio dei militari con funzioni di ordine pubblico va prima sottoposta alla sua attenzione.

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