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Di Pietro divide anche l'Idv

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Ci ha pensato, di prima mattina, Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera, a «riposizionare» il partito dopo le accuse di Antonio Di Pietro. Con parole che però hanno segnato un netto distacco da quelle pronunciate dal suo leader. «La piazza porta bene all'Idv — ha spiegato — un partito sempre più vicino alla gente, compatto, che riconosce al capo dello Stato competenza e capacità». «Il presidente della Repubblica — ha proseguito — è spesso lasciato solo di fronte a un centrodestra che non rispetta le regole, questo non toglie sostegno a Napolitano». E nel pomeriggio il tentativo di chiudere lo scontro è proseguito con una telefonata al segretario generale del Quirinale. «Ho sentito Donato Marra e gli ho riconfermato quello che ho detto io e che ha detto anche Di Pietro — ha raccontato Donadi — c'è la massima stima nei confronti del presidente della Repubblica e nessuno dell'Italia dei Valori voleva mancargli di rispetto». Secondo il capogruppo dell'Idv alla Camera anche la dura nota del Colle che parlava di un attacco «offensivo» e «pretestuoso» al Capo dello Stato è stata suggerita da affermazioni di Di Pietro «che sono state messe insieme dai giornali e dalle agenzie ma che andavano tenute distinte». Ma mentre Donadi da una parte provava a mettere la sordina alla polemica Antonio Di Pietro, intervistato da Sky Tg24, non si sognava minimamente di fare un passo indietro. Certificando, di fatto, la spaccatura dentro il partito. «Rivendico ciò che ho detto — ha detto — e che l'Italia dei Valori insieme all'Associazione vittime della mafia ha fatto ieri a Piazza Farnese. In una democrazia si usa anche dissentire delle decisioni del potere quando queste non sono condivise o condivisibili. Ieri non abbiamo offeso il Capo dello Stato, ma abbiamo detto che non si può rimanere in silenzio rispetto a ciò che sta accadendo, perché il silenzio è mafioso e uccide». «Forse Napolitano — ha concluso — avrebbe fatto meglio a stare lì ed ascoltare quella piazza dove non c'erano eversori né terroristi, ma i parenti e le vittime della mafia che chiedevano aiuto». Ma i militanti dell'Italia dei Valori hanno già deciso con chi stare, incitando sul suo blog l'ex magistrato di Mani Pulite e insultando proprio Massimo Donadi. Il capogruppo alla Camera viene «tritato» sul blog: «Se Donadi si vuole dissociare vada pure nell'Udc. Uno scranno vicino a Cuffaro non glielo negheranno certo»; «Sento Donadi e mi viene la pelle d'oca. È una leggerezza che può costare cara»; «Di Pietro ha una buona ragione per mandare affan... Donadi che di sicuro è un politico come io sono un ingegnere nucleare»; «La gente vuole sentire certe cose dette senza peli sulla lingua, manda affan... chi, anche nel tuo partito, mette in discussone la questione». «I colonnelli scaricano Di Pietro? Eheii, colonnelli! Al massimo di Pietro può avere dei marescialli». La maggior parte dei frequentatori del blog dà invece pieno sostegno a Di Pietro: «Grazie di essere l'unico che ancora difende l'Italia». E ancora: «Nessuno ha insultato nessuno. Hai solo detto la verità che nessuno vuole ascoltare». E infine non mancano le critiche direttamente a Giorgio Napolitano: «Trovo molto più offensivo un presidente della Repubblica che firma il lodo Alfano visto che ne è parte interessata».

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