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Settimana corta e più ammortizzatori Sì dei sindacati. Ma la Cgil non ci sta

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Ma le parti sociali insistono: lo stanziamento di risorse deve essere certo e, sopratutto, immediato. Al tavolo a Palazzo Chigi tra governo, Regioni e parti, di nuove cifre sui possibili stanziamenti infatti non ne sono state fatte. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha piuttosto indicato la strada da seguire perché le tutele dalla disoccupazione non siano più puramente passive, ma diventino attive. Le proposte del governo si articolano in sette diversi punti tra cui compare in primis la «devoluzione alle Regioni e alle parti sociali del territorio della funzione di valutazione e negoziazione, in un quadro che rifiuta pericolosi automatismi, delle richieste di protezione per lavoratori ritenuti in esubero congiunturale o strutturale». Come strumenti di tutela sono individuati i contratti di solidarietà, la cassa integrazione a rotazione e/o ad orario ridotto e la settimana corta e viene presa in considerazione anche la potenziale estensione, senza automatismi, a tutti i lavoratori subordinati delle forme di integrazione del reddito. Secondo il governo «il percorso disegnato non è semplice, nè scontato, ma è possibile», in particolare se tutti gli attori coinvolti «avvertono la straordinarietà della transizione che ci attende». Le misure allo studio così come quelle già attuate, ha assicurato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, «non sono in ritardo» e non comporteranno uno sfondamento del deficit. Gli interventi non riguarderanno solo il mondo del lavoro ma anche le politiche industriali, ha assicurato il ministro. I sindacati e Confindustria però chiedono di vederci chiaro. La presidente degli industriali Emma Marcegaglia torna con fermezza ad invocare decisioni forti e stanziamenti di fondi già nelle prossime settimane su ammortizzatori, infrastrutture e investimenti. Gli ammortizzatori sono infatti la cura, ma la malattia, sostiene, va anche prevenuta. «Gli ammortizzatori sono uno strumento fondamentale per arginare la crisi ma bisogna dare un messaggio chiaro sulle risorse, per rassicurare tutti i lavoratori», sottolinea il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che punta a valorizzare i contratti di solidarietà. Posizione condivisa da Luigi Angeletti della Uil: «bisogna finanziare la permanenza del posto di lavoro piuttosto che finanziare la disoccupazione. Siamo convinti che oggi bisogna preferire i contratti di solidarietà alla cassa integrazione, bisogna mantenere il più possibile le persone nei posti di lavoro». Renata Polverini dell'Ugl insiste invece sulla «rapida erogazione» delle risorse. Ma ci tiene a sottolineare che quella in corso è «una giornata importante che produrrà degli effetti per i lavoratori. Avevamo la necessità di dimostrare che c'è un sindacato in grado di condividere il nuovo modello contrattuale. Il modello del '93 - spiega Polverini - è superato e ha contribuito a far sì che l'Italia avesse i salari tra i più bassi d'Europa». La Cgil chiede infine che anche i sindacati siano ammessi ai tavoli che dovranno essere aperti per affrontare la crisi nei settori di punta: a cominciare da quello sull'auto, già convocato per la prossima settimana.

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