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Napoli, la Iervolino spacca il Pd

Rosa Russo Iervolino

A Pescara D'Alfonso non si dimette

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Rosa Russo Iervolino ha una nuova squadra con cui amministrare la città, ma il Pd è nella bufera. Il rimpasto, con la nomina di sei nuovi assessori al posto dei 5 coinvolti nell'inchiesta Global service e del sacrificato Gennaro Mola, non è andato giù al segretario provinciale del partito Luigi Nicolais, che ha lasciato il suo incarico, rompendo, di fatto, con i suoi. Dimissioni irrevocabili, perché è mancata «una svolta coraggiosa che consentisse di recuperare la fiducia dei cittadini - spiega l'ex ministro del governo Prodi - Il Pd napoletano ha adottato una linea politica tesa a sostenere un profondo rinnovamento dell'azione amministrativa della città e degli uomini chiamati a rappresentarla. Non essendo riuscito a concretizzare il mandato ricevuto dal partito napoletano e a trasferire ai vertici nazionali la necessità di una svolta coraggiosa, non ci sono più le condizioni per il prosieguo del mio mandato». Parole dure, da cui il disappunto di Nicolais che, dopo aver a lungo chiesto l'azzeramento della squadra di governo, è stato costretto a riconoscere - dietro consiglio di Veltroni, a sua volta intimorito dalle minacce di lasciare della Iervolino - la piena autonomia del sindaco sulle scelte da compiere, addossando sulle sue spalle, però, il peso di tutto ciò che sarà. Ne è ben consapevole il primo cittadino, che ha tentato in ogni modo di negare la lite col partito: «Questa giunta è stata varata senza lacerazioni e contrapposizioni» E il Pd? E il Prc che con Ferrero continua a considerare il rimpasto un grave errore politico, così come lo è l'essere entrati in giunta? «Ho aspettato con pazienza. Sono arrivata due volte, venerdì sera e ieri mattina, ad una linea perfettamente concordata con il partito. Ma quando sono cominciati a sorgere ancora una volta dubbi, ho avuto il dovere di dare un governo alla città assumendone pienamente la responsabilità». Come a dire: ascolto i consigli di tutti, ma alla fine il sindaco sono io e decido io, nonostante Nicolais. Rimasto quasi solo tra i suoi, perché Roma tenta di mediare riconfermando l'autonomia del sindaco: «ora l'amministrazione dovrà ricostruire il rapporto di fiducia con i cittadini. Per questo, nell'interesse della città, è importante che il Pd si impegni da subito al massimo delle sue forze». Con o senza il dimissionario segretario provinciale, la cui ferma presa di posizione sembra aver stupito la stessa Iervolino, che presa in contropiede dice: «Mi auguro proprio che non si dimetta; non come sindaco, ma come iscritta al Pd io collaboro per radicare il partito nella città. Non è stata affatto sconfessata la linea del Pd. Volete sentire la registrazione dell'incontro con Nicolais?». Ma sembra poco preoccupata, anche perché, di fatto, lei ha vinto la sua battaglia, e con una squadra rinnovata per la seconda volta in un anno, «in tutto abbiamo cambiato 10 assessori su 16, più di così non si poteva rinnovare», e si può tornare ad occuparsi dei problemi dell'amministrazione. A partire dai rapporti con Romeo, al centro dell'inchiesta giudiziaria che ha travolto il Comune: «Per rescindere il contratto occorrono dei motivi giuridici, e stiamo verificando se questi ci sono».  

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