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Napoli, gli assessori restano agli arresti

Napoli

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Il Riesame (dodicesima sezione, presidente Annalisa De Tollis, giudici Luigi De Magistris e Stefania Daniele) ha rigettato l'istanza di scarcerazione dei due ex assessori Felice Laudadio e Ferdinando Di Mezza. Restano agli arresti domiciliari. Una decisione che non fa ben sperare per gli altri. Entro oggi, il Riesame si deve pronunciare sulle posizioni dell'ex assessore Enrico Cardillo e dell'imprenditore Alfredo Romeo. I difensori di quest'ultimo hanno depositato una memoria difensiva di 54 pagine. Gli avvocati Bruno Von Arx e Francesco Carotenuto sottolineano presunte incongruenze del provvedimento tra cui "difetti di motivazione dell'ordinanza cautelare, nonché una mancata corrispondenza tra le motivazioni e il dispositivo. Questa vicenda ha avuto un grande clamore giornalistico, ma si tratta di un processo dal bassissimo profilo tecnico, soprattutto se raffrontato ai processi di pubblica amministrazione degli anni Novanta". Corre sul filo del tempo e degli errori delle cancellerie, invece, la possibile scarcerazione dell'ex assessore Giuseppe Gambale e dell'ex provveditore alle opere pubbliche della Campania, Mario Mautone. Gli avvocati difensori, rispettivamente Domenico Ciruzzi e Salvatore Maria Lepre, hanno eccepito un difetto di notifica. Ma il tempo di rinnovare gli atti non c'è più dal momento che che i termini di carcerazione scadono alla mezzanotte di oggi. Secondo indiscrezioni, però, la Procura potrebbe correre ai ripari emettendo in extremis un decreto di fermo, che consentirebbe di evitare la scarcerazione dei due. Sempre davanti al Riesame, la Procura ha depositato dal canto suo il secondo verbale di interrogatorio in carcere dell'imprenditore partenopeo. Un lunghissimo colloquio in cui Romeo accusa gli assessori napoletani di essere "degli incapaci", giustificando così il suo contnuo interessamento nelle modalità di predisposizione dei bandi di gara. Mentre sul fronte degli appalti in altri Comuni, Roma e Milano in testa, Romeo difende la sua bravura di imprenditore: "Con Rutelli non ho mai avuto rapporti diretti, l'avrò incontrato una sola volta. Eppure ho gestito il patrimonio immobiliare del Comune. Vinsi la gara e mi sono trovato con l'ira della Lanzillotta e di Rutelli". Stessa storia con Milano: "Albertini disse: questo camorrista amico di Bassolino qui non può venire. Così divisero i lotti, per far entrare Edilnord".E i rapporti con Giuseppe Fioroni? "Incontrato una sola volta, l'incontro lo organizzò Gambale, ma il ministro mi arronzò sull'adesione alla Consip". L'unico politico davvero amico? "Ciriaco De Mita, con lui ho sempre avuto un rapporto eccellente", risponde Romeo. Intanto, continuano al Comune di Napoli gli strascichi politici degli arresti eccellenti. La nuova giunta non riesce a nascere. "Ancora qualche passaggio da fare e qualche casella da sistemare", si affanna a ripetere il sindaco Rosa Russo Iervolino, dopo il suicidio di un assessore coinvolto nell'inchiesta, l'arresto di altri quattro componenti di giunta (due ex) e le dimissioni di un quinto. "Stamattina ho visto i partiti dei Verdi l'Arcobaleno e ho trovato la quadra anche con loro. Con Nicolais l'avevamo già trovata nei giorni scorsi". La quadra di cui parla il sindaco è il diktat impostole dal Pd: non una semplice sostituzione degli assessori venuti a mancare, ma l'azzeramento dell'intera giunta. Con le uniche eccezioni del vicesindaco Tino Santangelo e dell'ex ministro Luigi Scotti.  

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