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"Non c'é nessun sistema"

Alfredo Romeo

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Il principale accusato ha speso sei ore a ripercorrere con la memoria le telefonate intercettate con amministratori locali e funzionari, a offrire interpretazioni alternative e sostenere la propria estraneità ai fatti.Secondo quanto trapela da ambienti giudiziari, l'imprenditore avrebbe fornito spiegazioni dettagliate in merito alle raccomandazioni e ai favori nei confronti dei politici («Erano semplici segnalazioni», avrebbe affermato) e si sarebbe soffermato, in particolare, su un punto: non esiste alcun assoggettamento della politica napoletana all'immobiliarista, perché «il mio gruppo ha vinto un unico appalto in città». Ha così tante cose da dire, l'imprenditore, che forse ci sarà un interrogatorio-bis tra qualche giorno. Nelle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, la Procura tratteggia un clima «bipartisan» instauratosi attorno al gruppo Romeo per l'aggiudicazione del bando da 400 milioni di euro: in particolare, il gip parla di una «consorteria del malaffare» e cita le richieste che l'allora assessore comunale Giorgio Nugnes aveva rivolto a Romeo a proposito di un appalto. In un primo momento l'assessore aveva chiesto all'imprenditore di rinunciare alla gara a vantaggio di un'altra ditta che gli avrebbe assicurato lavoro a persone da lui sponsorizzate. Successivamente, in considerazione dell'incapacità della «sua» ditta, aveva sollecitato Romeo perché partecipasse alla gara e «nell'evidente prospettiva della sua certa aggiudicazione» gli aveva chiesto di dare il subbappalto a una determinata cooperativa e gli aveva inviato un consigliere comunale dei Ds che a suo volta gli aveva chiesto l'assunzione di un proprio familiare. E che Romeo, in una telefonata con l'assessore Ferdinando Di Mezza, giudica con queste parole: «Quando arriva questo si presenta con il fratello, insieme con il fratello. Oggetto della discussione che questo fa tutto un preambolo pippi pippi pippi per dirmi: "Mi assumi mio nipote che è il figlio di mio fratello che sta qui davanti a me che è ragioniere?". Ed io: "Alla faccia del cazzo", dopodiché in coda, quando se ne va, mi dice: "Io faccio parte di una commissione per cui se hai bisogno di una mano sul consorzio... su questa cosa vostra sto a disposizione". Detto tra me e te, io guardo in faccia il signore, lo annuso un attimo e immediatamente e istintivamente: "No no ma quella è una cosa che a me non interessa". "No ma io sono disposto a dare una mano... a fare... perché io controllo i sindacati controllo questo controllo quell'altro". Io dissi non è necessario se l'amministrazione non lo vuole fare... è una cosa delicata bla bla e lo mollo perché insomma a naso il mio naso mi dice che in quel momento che il personaggio non è all'altezza di una chiacchierata seria».  

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