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Il leader Pd: abbiamo innovato poco. Le alleanze non sono una priorità

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«Sento la necessità di fare di più e la responsabilità di non avere reso chiaro ciò che il Pd può essere di nuovo», è il mea culpa di Veltroni. L'Abruzzo e gli ultimi arresti non cambiano la rotta che Veltroni aveva intenzione di tracciare nella direzione di venerdì. Cambia semmai l'atteggiamento dei critici interni. In molti, ai vertici del partito, infatti, si vanno convincendo che difficilmente venerdì si potrà arrivare ad una rottura, in particolare da parte dell'area dalemiana, e quindi non si esclude che alla fine il segretario rinunci a chiedere un voto sulla sua relazione. Veltroni ha intenzione di tirare dritto sull'urgenza di tornare al profilo originario del Pd, «nato - ricorda Goffredo Bettini - per rinnovare la politica» e ora offuscato da scandali, arresti e liti interne. «Con Di Pietro - dice Bettini - in Abruzzo abbiamo fatto un'alleanza locale e determinatasi in una situazione di emergenza, quindi non è ora di discutere se stiamo con Di Pietro o no, non abbiamo da rompere nulla perchè non abbiamo stabilito alcun matrimonio». Certo c'è parecchia irritazione verso l'ex pm ma tagliare ora i ponti con l'Idv non è la prima emergenza del Pd che si deve attrezzare alle prossime elezioni rinnovando le classi dirigenti sul territorio e mettendo come regola il divieto di candidatura per chi è indagato.

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