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Tangenti, arrestato il sindaco di Pescara

Luciano D'Alfonso

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{{IMG_SX}}Luciano D'Alfonso, sindaco di Pescara e segretario regionale del Pd, è stato arrestato ieri sera.  Dopo l'arresto dell'ex governatore Pd Del Turco, le manette sono scattate anche per D'Alfonso, che ora si trova agli arresti domiciliari. Il provvedimento del gip De Ninis era stato richiesto dal pm Gennaro Varone. Assieme a D'Alfonso sono state arrestate altre due persone: l'imprenditore dei servizi cimiteriali di Pescara De Cesaris e l'ex braccio destro del sindaco, Guido Dezio. L'inchiesta riguarda la gestione dei servizi cimiteriali. D'Alfonso - secondo fonti della Procura - si è era dimesso nei giorni scorsi, ma avrebbe annunciato ufficialmente la sua decisione solo stamattina. Voci sull'arresto del sindaco di Pescara si erano rincorse per tutta la giornata. La Procura di Pescara avrebbe accertato movimenti di denaro tra l'imprenditore De Cesaris e l'ex collaboratore del sindaco D'Alfonso, Guido Dezio. A Dezio sarebbero stati trovati elenchi di passaggio di denaro da parte della ditta di De Cesaris nel corso di un'ulteriore perquisizione nella sua abitazione. Secondo la Procura sarebbero stati poi riscontrati movimenti di denaro. Nel colloquio della scorsa settimana con il pm Varone D'Alfonso si sarebbe difeso dicendo di non sapere nulla di questi movimenti, e avrebbe anche confermato al giudice le sue dimissioni - da sindaco e da segretario regionale del Pd - ma l'atto non è stato sufficiente a impedire al Gip De Ninis di emettere il provvedimento restrittivo. Dezio, dirigente dell'ufficio appalti e patrimonio del Comune, era stato già arrestato nel maggio scorso con l'accusa di concussione e tentata concussione. Secondo l'accusa avrebbe chiesto denaro alle imprese verso le quali aveva potere di proroga nei contratti di appalto. Al sindaco di Pescara era già stato notificato più di un avviso di garanzia nell'ambito di diversi filoni di indagini. Il 5 gennaio 2008 fu interrogato in Procura per quattro ore e il verbale venne secretato. All'epoca fu il costruttore Aldo Primavera a denunciare presunti abusi e favoritismi nei confronti dei «soliti» imprenditori. Disse di aver pagato per anni tutti «ma qui non si sblocca nulla» fornendo alla Squadra Mobile anche una «prova» contro l'attuale amministrazione: un «fondaco» a uso gratuito la cui piena disponibilità era all'ex segretario particolare del sindaco, Dezio. Il primo cittadino, ma anche i suoi familiari, furono sottoposti ad accertamenti bancari e patrimoniali. D'Alfonso, nell'ambito di un'altra inchiesta, è anche accusato di abuso patrimoniale proprio per l'assunzione in Comune di Guido Dezio a un livello superiore. A Luciano D'Alfonso, Guido Dezio e Massimo De Cesaris la Procura di Pescara contesta i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla concussione, truffa, falso e peculato.

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