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Gelmini conquista l'università

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«Oggi - spiega la titolare dell'Istruzione - sono stati varati due documenti distinti. Le linee guida rappresentano un documento programmatico di legislatura, un documento che offriamo al dibattito, il più ampio possibile, anche da parte della commissioni competenti. Il decreto legge è un provvedimento piccolo che non vuole essere e non è la riforma dell'università, ma prevede semplicemente una serie di misure urgenti sul diritto allo studio, sulla valorizzazione del merito e sul ricambio generazionale negli atenei e anche sulla riqualificazione della spesa». E in effetti nei 3 articoli del testo (un quarto riguarda la copertura), non sembrano esserci particolari stravolgimenti. Vengono stanziati, ad esempio, 150 milioni di euro per favorire il turnover. Le università potranno anche decidere di fare entrare solo giovani ricercatori assumendone 2 per ogni docente in pensione. Almeno il 60% delle assunzioni, comunque, devono essere destinate ai nuovi ricercatori. Viene invece sbloccato il turnover per gli enti di ricerca che, a differenza delle altre amministrazioni pubbliche, potranno tornare ad assumere. Al contrario gli atenei con i bilanci in perdita non potranno bandire concorsi per docenti o personale amministrativo. Cinquecento milioni del Fondo di finanziamento ordinario verranno poi distribuiti alle università più virtuose, cioè a quelle con produzione scientifica, organizzazione e qualità didattica migliori. Gli atenei saranno individuati attraverso i parametri di valutazione Civr, Cnvsu e modelli internazionali. Premiate con più finanziamenti, trasferiti direttamente dal ministero, anche quelle università che ridurranno sedi distaccate non funzionali e corsi di laurea in eccesso rispetto alle reali esigenze formative degli studenti e alle richieste del mondo del lavoro. Non subiranno alcun blocco i concorsi già banditi anche se verrà modificata la modalità con cui vengono formate le commissioni. Fino a ieri c'erano un membro interno e 4 membri eletti, da oggi verrà eletto un pool molto ampio di professori (12) all'interno del quale, poi, saranno estratti a sorte coloro che faranno parte della commissione che giudicherà. Proprio su questo punto si è registrato un piccolo scontro all'interno del Cdm con i ministri di An La Russa e Meloni che spingevano per il sorteggio integrale, mentre Alfano, Brunetta e Fitto erano favorevoli ad una soluzione più morbida. Infine verranno dati 135 milioni di euro ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici (nel 2009-2010 tutti gli idonei in Italia, circa 180mila, avranno la borsa di studio e l'esonero dalle tasse), mentre 65 milioni di euro verranno destinati a nuove residenze universitarie. Per quanto riguarda le linee guida si tratta, per ora, di punti programmatici: la riforma del reclutamento dei docenti e dei ricercatori; la riforma del dottorato di ricerca; un forte impegno sulla valutazione; incentivi ai corsi di laura con insegnamenti in lingua straniera; riforma della governance. Di questo si discuterà nei prossimi mesi così come dei tagli previsti nel 2010 che restano confermati. Per ora il ministro e il governo incassano gli applausi della conferenza dei rettori che esprime «un forte e pieno apprezzamento per il provvedimento». Ma anche del responsabile università del Pd Luciano Modica che, pur mantenendo qualche preoccupazione, vede nel decreto «una inversione di rotta».

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