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Epifani, il signor no Stop anche sugli statali

Epifani, Bonanni e Angeletti

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{{IMG_SX}}[...] e si prepara allo sciopero generale della categoria a dicembre, preceduto a novembre dagli stop regionali, a cominciare da lunedì prossimo. Una divisione quella tra i tre sindacati confederali che rievoca il Patto per l'Italia e che non potrà non avere ripercussioni pesanti. Lo dice senza mezzi termini Guglielmo Epifani secondo cui la firma è stato «un errore che non resterà senza conseguenze» perché rappresenta un «ulteriore elemento di divisione che naturalmente inciderà sui nostri rapporti». Ma non sono meno dure le repliche dei segretari generali di Uil e Cisl, Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni. «La Cgil sta smettendo di essere un sindacato», afferma Angeletti, che aggiunge e rincara: «Speriamo che a forza di sbattere la testa si ravvedano. La Cgil, ha deciso o non può (e se non può è peggio che se non vuole, come diceva Nenni) fare accordi». Bonanni si dice molto dispiaciuto per la Cgil: «Abbiamo evitato che il sindacato potesse essere scavalcato in una sorta di qualunquismo imperante». Il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, saluta il protocollo come «un grande risultato», con l'unico rammarico di non aver avuto la firma di tutti: «Io sono per avere tutte sigle a firmare un contratto, se si può. Se non si può, si fa avanti con chi firma». A indurre la Cisl e la Uil a firmare il protocollo d'intesa, il ripristino delle risorse per la produttività: circa 200 milioni tagliati dal fondo unico di amministrazione con il decreto Tremonti prima dell'estate, che, se la decurtazione fosse stata confermata, avrebbe comportato un alleggerimento pesante delle buste paga da gennaio. Dai sindacati firmatari è stata sottolineata anche l'importanza del nuovo modello contrattuale, a cui si sta lavorando anche per il settore pubblico. Saranno definite, infatti, linee guida che poi faranno parte dell'eventuale accordo generale con Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali. Secondo Bonanni, è importante il ripristino dei fondi per il salario accessorio che «unilateralmente erano stati tolti». Anche se chiede il taglio delle tasse sul salario di produttività pure per il pubblico impiego. Per Angeletti l'accordo è una soluzione «molto positiva: per i lavoratori, prima delle ferie, c'era una legge che riduceva i salari con l'eliminazione del salario accessorio. E questo è stato il principale motivo di opposizione dei sindacati. L'unica macchiolina, dunque, l'atteggiamento della Cgil». Cgil che tira dritto per la sua strada. «Non c'è nessun motivo per cambiare idea» scandisce Epifani. «L'aumento è inferiore all'inflazione reale - insiste - e non c'è alcuna certezza sulla restituzione degli oneri accessori del maltolto. Nessuna novità anche per i precari». Per l'Ugl si è trattato di una «firma politica». «Il governo - ha sottolineato il numero uno Renata Polverini - ha preso un impegno solenne, con Brunetta e Letta, per restituire le risorse ed evitare che per la prima volta a gennaio i lavoratori del pubblico impiego vedessero una decurtazione reale del loro salario». E rivolgendosi alla Cgil, ha detto in questo momento di grande preoccupazione era «necessario dare a questi lavoratori la certezza di vedere il rinnovo contrattuale».

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