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Francesco Di Miero PESCARA Alla fine l'ha spuntata Antonio ...

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Non verrebbe perciò candidato proprio l'uomo forte del Pd, Donato Di Matteo di estrazione diessina, che nelle recenti primarie regionali ha ottenuto migliaia di preferenze distaccando tutti gli altri. Ma Di Matteo resiste ("Non voglio passare per l'unico deliquente politico in Abruzzo"). La resa senza condizioni del Pd è arrivata ieri pomeriggio nel corso dell'assemblea regionale del partito svoltasi a L'Aquila. Del resto Di Pietro era stato irremovibile e pronto a far correre da sola l'Idv, dopo aver maramaldeggiato per settimane menando fendenti non solo contro il Partito democratico, falcidiato dall'inchiesta sulla sanità che ha fatto finire in carcere l'ex governatore Del Turco e il capogruppo regionale Camillo Cesarone, ma anche contro altri possibili alleati come l'Udc, accusata di «meretricio politico». Dunque il centrosinistra, diviso fino a poche ora fa, ora si ricompatta anche con Rifondazione che già aveva iniziato a raccogliere firme per candidare l'ex deputato Maurizio Acerbo. L'ok è arrivato dal segretario nazionale Paolo Ferrero: «Apprezziamo positivamente il fatto che il Pd abruzzese dica sì alla candidatura di Costantini. Ora è necessaria una chiara e netta operazione di igiene politica». Della coalizione faranno parte anche Sinistra democratica, Socialisti, Verdi e Comunisti italiani. La ritrovata coalizione dovrà vedersela con un combattivo centrodestra che già ha scelto in Gianni Chiodi il suo portabandiera.

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