Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Gli Usa ed Eurolandia uniscono le forze contro la crisi ...

default_image

  • a
  • a
  • a

E chi ha un mutuo a tasso variabile inizia a sperare, visto che le rate mensili, se il trend di discesa si confermerà, dovrebbero seguire a ruota. L'Euribor trimestrale, cioè il tasso che le banche applicano fra di loro sul mercato interbancario della liquidità per un prestito a tre mesi in euro, è sceso oggi al 5,24%, otto punti base in meno rispetto al 5,32% di ieri. È il terzo calo consecutivo per il saggio calcolato dalla European Banking Federation, che soltanto lo scorso 9 ottobre era al 5,39%, un livello mai toccato prima. Ed è il calo più forte mai visto dal 24 febbraio 2003 secondo la Bloomberg. In declino, anche se di meno, anche l'Euribor a un mese (al 4,93% dal 5,02% di ieri), quello a una settimana (al 4,93% dal 5,02%) e, sul fronte del biglietto verde, il tasso Libor sul dollaro a tre mesi, scivolato di sette punti base al 4,75%. L'overnight in euro è sceso al 3,75% dal 3,78%, quello in dollari al 2,18% dal 2,47%. Un effetto delle nuove misure annunciate dagli Usa, con il governo pronto a ricapitalizzare le banche seguendo la strada tracciata dall'Europa, e oltre tre miliardi di dollari di fondi stanziati da Usa ed Europa complessivamente per sbloccare i mercati creditizi. Certo, siamo ancora lontani dalla soglia del 5%, quella che Draghi ha auspicato venga raggiunta dopo le misure annunciate dalla Banca d'Italia per rendere più liquido il mercato interbancario. Ma il trend di discesa, dopo settimane di tassi in continua ascesa di record in record, di per sè è incoraggiante perchè indica un cauto ritorno alla fiducia fra le banche. Un allentamento delle tensioni per il mercato interbancario è l'obiettivo numero uno delle autorità, perchè il mercato dove le banche si cambiano fondi a breve termine è l'epicentro della crisi dei mutui e il suo intasamento è stato il responsabile del crollo di diversi istituti, dato che le banche si sono trovate in difficoltà nel coprire le proprie esigenze di contante a breve termine, innescando una fuga di investitori e correntisti. Intanto il presidente dei costruttori dell'Ance, Paolo Buzzetti, chiede che, dopo gli interventi governativi a loro sostegno, gli istituti di credito taglino i tassi di interesse alle famiglie e alle imprese. Buzzetti vede nel «rilevante aumento dei tassi di interesse le conseguenze sulla sostenibilità economica delle operazioni di investimento», e lamenta che in Italia c'è una «situazione anomala. Basti pensare che il costo del denaro per i prestiti a tasso fisso per l'acquisto di immobili da parte delle famiglie è più alto in Italia di circa un punto percentuale rispetto alla media dell'area euro (+0,84% ad agosto 2008)».

Dai blog