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Eni ed Enel sono tornate in cima agli acquisti borsistici. ...

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Ma la penalizzazione era stata eccessiva per i due campioni dell'industria nazionale e gli operatori, riconquistato il coraggio dopo l'approvazione delle misure anticrisi decisa domenica a Parigi, hanno comparto a mani basse. Così ieri il gruppo del Cane a Sei Zampe ha fatto un salto record guadagnando il 12,12% e fermandosi a 15,47 euro. Stesso trend ma risultato ancora più esplosivo per Enel graziata a fine giornata da un aumento della quotazione del 18,32% e una valorizzazione a 5,44 euro. Insomma passata la grande paura, almeno per il momento, i fondi e i piccoli risparmiatori non hanno esitato nell'inviare gli ordini d'acquisto per le due aziende nelle quali lo Stato continua a mantenere una rilevante quota di controllo. Si tratta delle stesse azioni citate dal premier Silvio Berlusconi, venerdì scorso a Napoli, come esempi di aziende sicure in cui mettere i capitali anche in un clima di turbolenza finanziaria come quella che il pianeta sta attraversando. Venerdì nel pieno tracollo delle borse del Vecchio Continente, Berlusconi aveva dichiarato che sul mercato ci sono titoli «molto sottovalutati» e ad esempio «è il momento di comprare azioni come Eni ed Enel, ricordando che si tratta di aziende che continuano a fare utili e, come nel caso di Eni, grazie al prezzo del petrolio, quest'anno presenterà un bilancio straordinario». Eni in particolare ha tratto beneficio anche dal rialzo del greggio che dopo aver toccato il livello minimo sotto gli 80 dollari al barile ieri ha ricominciato a crescere. La fiammata di Enel è giustificata con il forte calo di un comparto, generalmente considerato difensivo, e che ha lasciato sul terreno più di quanto logico pensare la scorsa settimana sulla scorta delle indiscrezioni, non verificate, su un possibile blocco delle tariffe energetiche da parte dei governi nazionali. Un pericolo scongiurato almeno per ora che ha motivato l'acquisto di azioni del gruppo. E ieri a riportare fiducia sul titolo è stato lo stesso ad, Fulvio Conti, che ha ribadito che «Enel non ha problemi di liquidità e per il futuro promette ancora «alti rendimenti e dividendi». Conti ha perciò spiegato che «la leva finanziaria è elevata, a fronte di asset capaci di generare cash flow e dividendi. Siamo una delle società più liquide in circolazione e offriamo rendimenti che superano il 9%. Per il futuro confermiamo alti rendimenti e dividendi». Bene comunque sono andati tutti i titoli di Milano. Anche i bancari dopo giorni bui hanno messo a segno una seduta storica. In testa ai rialzi il Banco Popolare (+16,23% a 8,93 euro) e la Popolare di Milano (+17,06% a 4,42), ma anche Intesa Sanpaolo (+15,79% a 3,35) e Unicredit (+11,34% a 2,58). Bene hanno fatto anche Mps (+4,92% a 1,57) e Mediobanca (+3,32% a 8,8). E gli altri big del listino Fiat (+12,37% a 7,70) e Telecom (+14,33% a 0,85%). Fil. Cal.

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