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WASHINGTON Crescita negativa per due anni consecutivi: pur ...

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A complicare il quadro è il fatto che l'Italia, non avendo approfittato dei periodi di congiuntura positiva per raddrizzare i propri conti pubblici, ha ora «opzioni limitate per le politiche di bilancio». E, inoltre, se «ci fossero risorse disponibili, queste andrebbero usate, se fosse necessario, per sostenere il settore finanziario». Ma non è solo l'Italia a frenare bruscamente: la crescita mondiale quest'anno sarà pari a +3,9%, per scendere al 3% nel 2009, segnando il ritmo più basso dal 2002 (quando era in atto la recessione), con alcune delle maggiori economie già in recessione o prossime ad entrarci. Le stime sull'Italia del Fondo sono decisamente più basse rispetto alle ultime previsioni del Governo (diffuse il 23 settembre) che, così come l'Unione Europea, prevede una crescita del pil nel 2008 dello +0,1%. Bankitalia, invece, lo scorso luglio aveva previsto un'espansione dello 0,4%. Secondo il Fmi, l'Italia - assieme a Francia, Grecia, Irlanda e Portogallo - è uno dei paesi di Eurolandia il cui deficit «è ancora lontano dagli obiettivi di medio termine. Alcuni di questi paesi rischiano di sforare nel breve periodo i limiti di deficit al 3% previsti dal trattato di Maastricht». Il deficit italiano - stima il Fondo - si attesterà quest'anno al 2,6% per salire nel 2009 al 2,9%, a fronte di un debito del 104,3% quest'anno e del 105,5% il prossimo. «L'Italia - spiega Jorg Decressin del dipartimento di ricerca del Fondo Monetario internazionale - sarà colpita dalla stretta delle condizioni di credito e le banche italiane non sfuggiranno alla crisi in atto». Inoltre, «l'Italia è già alle prese da tempo con una crescita più bassa rispetto alla media europea, a causa di sfide strutturali che pesano sul futuro. A questo riguardo - sottolinea - abbiamo più volte sollecitato riforme strutturali, soprattutto la liberalizzazione del mercato dei prodotti e di quello del lavoro al fine di aumentare la produttività. Ma a questo punto, anche a fronte del rallentamento attuale, queste non avrebbero molto effetto: le politiche di bilancio sono limitate a causa del mancato sfruttamento dei periodi di congiuntura positiva». Quindi, secondo il Fmi, «date le attuali circostanze, non c'è spazio per incentivi in Italia e anche se ci fossero risorse disponibili queste andrebbero utilizzate per far fronte alla crisi del sistema finanziario». L'Italia insieme all'Irlanda è il paese fanalino di coda di Eurolandia sia nel 2008 sia nel 2009. Pur apprezzando la decisione di un taglio coordinato dei tassi di riferimento da parte delle banche centrali, il Fmi ritiene che potrebbe esserci bisogno di qualcosa di più. «Il taglio dei tassi concertato va nella giusta direzione - sottolinea Olivier Blanchard, capo economista del Fondo al suo esordio ai meeting annuali dell'istituto di Washington - Ma ci potrà esser bisogno di più. E noi speriamo che, nel caso, verrà fatto. Chiaramente, 50 punti base non sono poco. Ritengo, però, che gli sforzi non si debbano concentrare solo sulla parte monetaria ma anche su quella finanziaria, in particolare in Europa».

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