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Berlusconi: "Il 3% del Pil per tutelare i risparmiatori"

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Silvio Berlusconi

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Spiega: «Ieri (sabato, ndr) a Parigi ho proposto di varare un fondo europeo, un fondo del 3% del Pil. La signora Merkel ci ha detto che non aveva mandato ad accettare. Oggi (ieri, ndr) ha fatto una dichiarazione precisa: «Lo Stato garantirà i depositi privati». I governi dunque ci sono, nessun problema per i cittadini. Ancora una volta abbiamo avuto ragione. Perché domani anche la Francia farà una dichiarazione simile. E poi toccherà a Gordon Brown. Non voglio anticipare nulla, sono rispettoso della situazione inglese e irlandese. Ma posso dire che i risparmiatori possono stare tranquilli». Parte l'applauso in sala dei mille che hanno pagato mille euro per stare a cena con il premier. Nel tendone allestito al Lido di Milano, c'è la città che conta. C'è il sindaco Letizia Moratti e il presidente della Regione, Roberto Formigoni. C'è Ignazio La Russa, il padrone di casa. E accanto al tavolo del Cavaliere uno con dieci fotomodelle. Il premier ricorda le parole di mercoledì scorso: «Ho detto che avremmo tutelato i risparmiatori, ancora abbiamo anticipato le decisioni degli altri». Si concede anche una piccola riflessione sul suo amico Putin e sulla crisi in Georgia: «Intervenendo — spiega — ha fatto una cosa logica». Dopo girando per i tavoli argomenta: «Avanzeremo di nuovo la proposta all'Ecofin ma lì basta che uno dice no...». E si blocca tutto, ma il premier è disponibile a varare il fondo da solo. Dal palco parla della situazione italiana, dice che c'è una sola banca che destava qualche perplessità, ma tiene a precisare che «Unicredit non rappresenta più una preoccupazione». Berlusconi attacca poi pesantemente l'opposizione: «La sinistra ha sbagliato tanto e continua a sbagliare, è passata dal comunismo allo sfascismo». E soprattutto passa sopra le polemiche di questi giorni sull'eccessivo utilizzo dei decreti. Il Cavaliere risponde con calma: «Per varare i decreti la nostra Costituzione, che è stata scritta dopo che il Paese usciva da una guerra, prescrive che ci siano i requisiti di necessità e urgenza. Ebbene, io credo che quei requisiti ci siano sempre. Quasi sempre. È l'unico modo per affrontare l'eredità che ci ha lasciato il governo precedente». Sottolinea che l'altra strada, quella dei disegni di legge, è troppo lunga. Si parla di Napoli, dei rifiuti. Berlusconi ripercorre le tappe che hanno portato a risolvere la fase acuta dell'emergenza. Spiega a che punto siano i termovalorizzatori e guarda oltre. Racconta di essere andato a rivedere le strade appena ripulite e subito risporcate dai napoletani e per questo ha deciso che nel prossimo consiglio dei ministri, che si terrà nel capoluogo partenopeo venerdì prossimo, «chi sporca a terra commetterà un reato». E non solo, il governo interverrà anche contro i graffiti, l'imbrattamento dei muri: anche quello sarà vietato da una modifica del codice penale. Sulle intercettazioni il premier spiega che il ddl così com'è non va bene e si augura che venga modificato. Ma chiede una manifestazione popolare. Poi toccherà alla nuova legge per le Europee: sbarramento al 5% e liste bloccate, annuncia Berlusconi. Su questo secondo punto ci tiene a precisare: «Nel Parlamento europeo è necessario inviare professionisti, grandi esperti». Il premier ha già voltato pagina, chiusa l'era delle emergenze, vuole aprire la nuova fase del governo.  

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