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D'Alema scavalca Walter e «duetta» con il governo

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L'ex segretario, dalla platea del convegno di Capri dei giovani industriali, apre al Pdl e al tempo stesso indica agli imprenditori che la sinistra è sensibile ai temi confindustriali. Due messaggi che sono accolti dagli imprenditori con calorosi applausi. D'Alema fa un discorso a tutto campo, tocca il problema della crisi finanziaria, della riforma dei contratti, del nucleare e lancia apprezzamenti a Berlusconi e al ministro Tremonti. Fino a dire che occorrono «intese ampie e politiche di lungo periodo» e che se queste ci saranno «il centrosinistra sarà pronto a proporre e assumersi responsabilità per le scelte ineludibili per il Paese». D'Alema nel suo discorso duetta con il governo. Lancia parole di apprezzamento per «le rassicurazioni che Berlusconi ha dato sulla solidità del sistema bancario e finanziario che è più robusto di quelli che hanno scelto strategie di rischio più spericolate». Di Tremonti dice di aver apprezzato la citazione che ha fatto di Marx quando ha detto che bisogna uscire dalla logica del denaro che produce altro denaro e che invece bisogna tornare a un sistema di valori basato sul lavoro. E sempre di Tremonti sottolinea che ha ripreso la vecchia idea di Delors della necessità di grandi programmi di investimenti per sostenere la crescita. D'Alema parla poi della crisi finanziaria che non deve portare a una demonizzazione del mercato. In feeling con gli imprenditori che in sala lo seguono con attenzione, l'ex segretario, insiste sulla necessità di politiche di liberalizzazione ma al tempo stesso di garanzie per i risparmiatori. E si augura che «dal G4 di Parigi non ci si limiti alla revisione dei criteri di contabilità, a misure tampone per evitare l'impatto di titoli tossici perchè servono soluzioni strategiche e strutturali e un sistema di regole e di controlli». Per fronteggiare la crisi internazionale serve un «new deal europeo perchè la soluzione non può che venire con regole comuni e politiche coordinate a livello europeo che mettano al centro l'economia reale invece della finanza». D'Alema dice poi basta alla politica ragionieristica di Bruxelles che impedisce gli investimenti. «Io sono per mantenere gli obiettivi del patto di stabilità ma in questo momento servirebbe che il vincolo del 3% fosse flessibile. E non dovrebbe essere l'Italia a chiederlo ma Bruxelles a deciderlo». Stesso discorso per il tasso d'interesse che «la Bce si ostina a difendere in una fase di crisi dei consumi che invece richiederebbe un sistema espansivo di sviluppo». D'Alema apre anche sul nucleare, ricorda che da giovane si battè per il suo sviluppo e ora dice di «non avere preclusioni ideologiche». Infine sui contratti. Se la questione è il timore che il nuovo sistema metta a rischio la tutela del potere d'acquisto, D'Alema dice che la riforma del sistema contrattuale «è necessaria però deve migliorare i salari». Un intervento che è piaciuto anche a Fini: «Credo che Massimo D'Alema abbia capito che la legislatura dura cinque anni - ha detto il presidente della Camera - È un arco di tempo che rende quasi doveroso lavorare». L.D.P.

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