Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

In attesa di portare a Roma con 25 treni speciali e 700 ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Ieri A Roma, davanti a Montecitorio e al Ministero della Pubblica Istruzione, gli specialisti della protesta hanno fatto,diciamo così,allenamento. L'elenco delle manifestazioni in programma prima del 25 ottobre contro il governo, a Roma ma anche in altre città, è già fitto ma potrebbe allungarsi ancora. La concorrenza che si stanno facendo in piazza il segretario del Pd e il suo ingombrante alleato elettorale, Di Pietro, aiuterà sicuramente a trovare occasioni e argomenti per scaldare i muscoli alla protesta. Al focoso ex magistrato è già scappato e tornerà a scappare qualche strafalcione politico che metterà in imbarazzo Veltroni, come l'irridente attacco al capo dello Stato appena sferrato per il mancato aiuto — pensate un po' — alla candidatura del dipietrista Leoluca Orlando alla presidenza della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. Ma Veltroni non per questo si farà venire dubbi e si fermerà. Il segretario del maggiore partito di opposizione rilascerà qualche dichiarazione di dissenso dal suo compagno di strada, e di piazza, e andrà avanti imperterrito con la sua musica. Che per toni e per tempi sembra suonata apposta, tra interviste, articoli ai giornali e comizi, per appiccare fuochi, non certo per spegnerli. Stiamo insomma assistendo ad una progressiva estremizzazione della linea e della pratica di contrasto al governo, a tutti i livelli. Veltroni dice che a cominciare è stato Berlusconi, ma i fatti lo smentiscono. È stato lui, il segretario del Pd, a non resistere sul fronte del dialogo quando Di Pietro lo ha accusato, già nei primi passi della nuova legislatura, di non volere contrastare abbastanza il presidente del Consiglio. Ed è sulla piazza che Veltroni, volente o nolente, sta trasferendo lo scontro illudendosi di poterlo di volta in volta fermare, secondo le convenienze di partito e di segreteria, facendo magari accomodare sui divani di casa sua le persone adatte ad abbassare la temperatura per qualche ora o per qualche giorno. Il gioco, dal quale Berlusconi peraltro non intende giustamente lasciarsi intimidire, come ha già tenuto a precisare, è di un rischio che Veltroni sottovaluta. E che i suoi collaboratori più fidati non lo aiutano a comprendere, visto che non più tardi di ieri il pur pacioso Goffredo Bettini, in una intervista al Corriere della Sera, presentava la manifestazione del 25 ottobre, e presumibilmente le prove di piazza che la stanno precedendo, come «uno spartiacque», utile a «rompere l'ipnosi creata da Berlusconi con abilità». La piazza è una brutta bestia. La si può cavalcare, certo, soffiando sul fuoco di tutti i problemi, ma se ne può rimanere travolti. E raccogliere sconfitte elettorali più cocenti di quelle già subite.

Dai blog