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Berlusconi rilancia sul lodo Alfano

Berlusconi

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A tre giorni dalla decisione del pm Fabio de Pasquale, che si è rivolto alla Consulta affinchè si pronunci sulla costituzionalità della legge che sospende i processi a carico dei vertici istituzionali per l'intera durata del mandato, Berlusconi torna sul tema della politicizzazione della magistratura. In una anticipazione del libro di Bruno Vespa, il premier partendo dal processo Mills che lo vede imputato insieme al legale inglese, prima attacca il giudice Nicoletta Gandus per la gestione del processo, poi ribadisce la «necessità» del Lodo Alfano come deterrente alla politicizzazione della magistratura; perchè «nel nostro sistema giudiziario operano alcuni magistrati che invece di limitarsi ad applicare la legge, attribuiscono a se stessi e al loro ruolo un preteso compito etico». Il premier quindi ha criticato la Corte d'Appello: «è curioso sostenere che Nicoletta Gandus, pur essendo un mio palese nemico politico, nel momento in cui arrivasse a scrivere una sentenza nei miei confronti saprebbe non venir meno al vincolo d'imparzialità impostole dalla Costituzione». Berlusconi sottolinea che, riguardo al processo Mills, si è trovato di fronte a «due anomalie evidenti: le prove a mio discarico sono state intenzionalmente ignorate e il giudice che deve emettere la sentenza è un giudice politicamente impegnato, un mio avversario dichiarato». Intanto l'Anm va all'attacco, difendendo l'autonomia della Consulta. «Bisogna garantire serenità di giudizio a tutti gli organi giudicanti - è l'appello del presidente dell'associazione dei magistrati, Luca Palamara - questo è fondamentale per l'esercizio delle funzioni giurisdizionali». Le parole del premier hanno riacceso le repliche dell'opposizione. «Il mondo della giustizia è oggetto di una vera e propria restaurazione di logiche e di assetti dannosi e controversi e di solito in conflitto con il dettato costituzionale» accusa Lanfranco Tenaglia, ministro della Giustizia del governo ombra del Pd. Per Massimo Donadi, capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, «Berlusconi ammette che il Lodo Alfano è una legge ad personam». Poi Berlusconi si rivolge al Pd che è pronto a scendere in piazza il 25 ottobre e alla Cgil che minaccia lo sciopero generale della scuola contro la riforma Gelmini. «Le minacce non ci fanno alcuna impressione, anzi ottengono l'effetto contrario, ci stimolano ancora di più ad andare per la nostra strada». Il dialogo con l'opposizione Berlusconi dice di averlo archiviato dopo che Veltroni ha paragonato il governo a quello di Putin In Russia e Leoluca Orlando ha parlato di «modello argentino». «Non c'è nessuna possibilità di dialogo - replica Berlusconi - con persone che si sono dimostrate quelle che sono».  

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