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Bocciato il piano Bush, banche al collasso

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Niente da fare, le imponenti misure tese a sostenere il sistema finanziario sono state rimandate. Un colpo durissimo che ha affossato Wall Street, facendo peggio del record negativo del 1987 col maggior calo giornaliero: il Dow Jones perde il 6,98% arretrando di 776,68 punti (record storico negativo); il Nasdaq ne perde 199,61 (record negativo precedente, maggio 2000). Ma l'onda lunga della crisi è già arrivata in Europa dove le Borse hanno bruciato 320 miliardi di euro in una sola seduta. Il lunedì nero ha colpito soprattutto le banche, i servizi finanziari e i titoli assicurativi, segno che la crisi dei mutui Usa ha ormai infettato anche i listini del Vecchio Continente. Le vittime del contagio, dopo le svalutazioni della svizzera Ubs e la nazionalizzazione della britannica Bradford & Bingley, sono la belga Fortis e la tedesca Hypo Real Estate Holding, salvate entrambe dalla mano pubblica. La prima con l'intervento dei 3 governi del Benelux, che hanno messo sul piatto 11,2 miliardi di euro, mentre il gigante tedesco dei mutui ha potuto contare su un prestito da 35 miliardi di euro, garantito dallo Stato tedesco e da un gruppo di investitori privati. In Germania è andata peggio a Commerzbank (-24,01% a 10,95 euro) e a Deutsche Postbank (-23,88% a 26,94 euro), mentre Deutsche Bank ha perso poco meno (-7,74% a 50,65 euro). Le ripercussioni non risparmiano l'Italia dove Unicredit (-10,2% a 2,97 euro) è crollata pagando la propria esposizione sul mercato tedesco. In tale contesto il titolo del gruppo guidato da Alessandro Profumo, sospeso più volte per eccesso di ribasso, è comunque rimasto relativamente al riparo dal ciclone, mettendo però a segno il maggior arretramento per una banca sul listino milanese e portandosi sui minimi degli ultimi 10 anni. Sotto pressione anche Ubs a Zurigo (-13,57% a 18,15 euro), a due giorni dall'assemblea, ed Rbs a Londra (-12,98% a 1,81 sterline). «La crisi del sistema bancario non è finita», ha detto preoccupato un operatore della City, puntando il dito contro Fortis: «Oggi è toccato a questo colosso, chissà domani. Non possiamo escludere che nei prossimi giorni accadrà qualcosa ad altri gruppi bancari e magari di nuovo in Europa». L'unica certezza è che il crollo finanziario farà altre vittime illustri e la tensione sugli istituti bancari italiani è destinata a salire anche nei prossimi giorni. La speranza è che la solidità patrimoniale delle nostre banche sia in grado di reggere le scosse del terremoto finanziario.  

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