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I piloti non vogliono ancora firmare Ma Cai può anche fare a meno di loro

Berti, Anpac

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E probabilmente si prenderanno tutto il tempo a loro disposizione per non offrire all'opinione pubblica l'immagine di una categoria che si arrende senza condizioni. Ieri pomeriggio c'è stato un lungo incontro tra il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta e i rappresentanti dei piloti per cercare di trovare un punto di accordo. Poi, alle otto di sera, la riunione è stata aggiornata a oggi. Sdl ed Avia sono stati convocati alle 10 a Palazzo Chigi, all'una toccherà invece ai sindacati autonomi di piloti e assistenti di volo. Ma nel governo, dopo che ieri anche Guglielmo Epifani ha firmato l'accordo, prevale l'ottimismo. E la consapevolezza che, comunque, se i piloti insisteranno nel loro braccio di ferro, ostinandosi a non firmare, avranno tutto da perdere. Sulla loro testa incombe infatti la minaccia della chiamata individuale da parte della Cai. Per entrare nella nuova società dovranno firmare un nuovo contratto e a quel punto la proposta degli imprenditori italiani potrebbe essere prendere o lasciare: chi firma sta dentro, chi non ci sta resta fuori. L'impressione è che comunque il sì arriverà. Il ministro del welfare Maurizio Sacconi, intervistato dal Tg1, ha spiegato che «ci sono tutte le condizioni per l'accordo». «La nuova compagnia — ha proseguito — nascerà in termini diversi da quelli del passato, quando era gestita dallo Stato, da una logica pubblica, ma le professionalità non potranno non essere tutelate». Sacconi ha inoltre espresso soddisfazione per il passo fatto ieri: «Siamo molto soddisfatti perché abbiamo in questo modo avviato a soluzione un pezzo della nostra identità. Alitalia costituisce un pezzo di noi e allo stesso tempo una grande leva per lo sviluppo economico del nostro Paese. La società è una società italiana che farà un accordo internazionale ma è anche radicata nel Paese». Sulla partecipazione di un partner straniero nella nuova compagnia, il ministro ha precisato che «sarà uno dei grandi operatori europei e che parteciperà del capitale della società in posizione minoritaria garantendo però soprattutto un accordo sulla gestione del medio e lungo raggio e quindi per coprire una gamma di servizi nella dimensione globale». Anche Guglielmo Epifani, dopo aver chinato la testa davanti all'offerta della Cai, ha lanciato un appello ai piloti. Una «piccola rinuncia oggi», ha spiegato, potrà essere «più che compensata» in futuro. «Una compagnia di volo — ha detto il leader della Cgil — non può fare a meno di piloti e assistenti di volo. Ho tenuto nei loro confronti una politica di grandissimo rispetto e attenzione, ho riconosciuto i loro diritti». «Ora mi aspetto da loro — ha concluso — un passo di responsabilità: accanto ai diritti anche i doveri, tanto più perché la compagnia avrà un futuro ed entreranno dei vettori internazionali. E quella piccola rinuncia di oggi potrà essere più che compensata domani». E ieri anche il commissario straordinario Augusto Fantozzi ha tirato un sospiro di sollievo: la Compagnia aerea italiana ha fissato per il 15 ottobre il termine massimo per l'offerta. «Ho ricevuto da parte di Colanninno — ha spiegato — la revoca del ritiro dell'offerta di Cai». E allo stesso tempo, ha continuato, «continuano a pervenire delle manifestazione di interesse e di intenti su beni e attività delle Imprese del gruppo. Ora decideremo giorno per giorno, ma grazie a Dio, avendo chiara una visione del futuro non avremo difficoltà nell'avere finanziamenti».

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