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Il liquidatore irrompe alla Lehman: "I vostri telefoni sono stati bloccati"

Impiegati della Lehman Brothers

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Cortney Thomson, Corporate Communications di Lehman Brothers è irreperibile da giorni e sia il telefono dell'ufficio che il cellulare rimanda a un messaggio vocale in inglese che recita: «Questo numero non è più valido, potete comunque lasciare un messaggio». Già, ma si intuisce che nessuno lo ascolterà. La spiegazione è semplice: nella prima riunione mattutina si è presentato il liquidatore della PriceWaterhouseCooper che ha avvisato i dipendenti che tutti i loro telefoni cellulari sarebbero stati immediatamente staccati. Nei corridoi la parola più pronunciata è «panic» e la sensazione è quella che sia finito un mondo. Un tracollo frutto anche della decisione del Tesoro statunitense e della Fed di concedere col contagocce i soldi dei contribuenti americani per Lehman, a differenza di quanto avevano fatto a marzo per Bear Stearns, il cui crack era stato attenuato, grazie ai 30 miliardi che la Fed aveva messo a disposizione di Jp Morgan accorsa a salvarla. I broker di Lehman sapevano bene che la soluzione migliore era quella di cercarsi un altro posto di lavoro. Sì, ma dove? Sembra finito un modello di business che moltiplicava la ricchezza in maniera esponenziale attraverso gli strumenti derivati. Così i super-manager che prima si mettevano all'asta per ottenere retribuzioni migliori tra le principali banche d'affari oggi non hanno nemmeno una scrivania. Non a caso fin dallo scorso 12 settembre le comunicazioni con alcuni uffici di Lehman Brothers si erano interrotte. Telefoni isolati e addirittura la casella di posta dei lavoratori era stata scollegata dalla rete esterna. Così la bancarotta di Lehman Brothers, oltre a mandare a picco le Borse, sta avendo gravi ripercussioni sul fronte occupazionale. Ieri mattina alcuni operatori finanziari hanno ricevuto tramite il sistema Bloomberg il saluto di congedo dei loro colleghi di Lehman «in attesa di nuove collaborazioni». Da un'altra società, evidentemente. Solo in Europa, sono stati licenziati di colpo seimila dipendenti. In Italia sono 140, 120 nella sede di Milano e circa 20 in quella di Roma. «Siamo tutti a rischio - spiega un portavoce di Lehman Brothers - Di fatto la compagnia non esiste più, per cui temo proprio che finiremo per essere licenziati». E così anche le sedi italiane di Milano e Roma sembrano avere le ore contate. A livello di gruppo Lehman da gennaio 2007 ha ridotto il proprio organico di circa 6.000 unità e lo scorso agosto si ventilava l'ipotesi di tagliare la forza lavoro di un altro 6%, ovvero 1.500 dipendenti. Di fronte alla sede londinese di Lehman Brothers nel quartiere di Canary Wharf, ieri molti dipendenti della banca americana hanno passato la giornata a trasportare casse di documenti, intenti a svuotare i propri uffici: la sede di Londra conta circa 4500 addetti, i quali oltre al danno licenziamento dovranno aggiungere l'ulteriore beffa, ufficializzata dalla società ieri mattina, del mancato pagamento degli stipendi del mese di settembre. «In tutto il mondo stanno vuotando gli uffici, c'è molta gente triste», testimonia Duo Ai, 26enne analista della banca. «Molti dipendenti sono in preda alla rabbia, cosa perfettamente comprensibile: eravamo tutti convinti che ci sarebbe stato un acquirente per la Lehman, non abbiamo visto arrivare questa cosa», ha detto un altro analista. ll copione è lo stesso per tutti a prescindere dal paese in cui si lavorava e dalla posizione ricoperta in azienda. A New York i trader che fino a venerdì scorso operavano sul mercato per milioni di dollari si sono ritrovati sulla Settima Avenue di Manhattan con gli scatoloni, accompagnati alla porta dallo staff della sicurezza con un certo imbarazzo. Dall'America all'Europa, dall'Australia all'Asia si è spenta la luce di Lehman Brothers.  

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