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Panecaldo, l'ex Verde che progetta posteggi

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E da lui — oggi consigliere capitolino del Pd ma anche richiamato dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti a gestire il piano parcheggi dell'hinterland romano — arriva la critica più dura proprio ad ambientalisti e intellettuali che bocciano la struttura. «Io vengo da quel mondo e non ne disconosco gli ideali — spiega — Ma bisogna essere preparati per i tempi e oggi quella cultura che ha sempre detto di no non ha ancora imparato a dire sì. Tra l'altro, quando il parcheggio del Pincio venne approvato in consiglio comunale il gruppo dei Verdi voto sì». Da delegato ha seguito il progetto passo passo e all'obiezione di uno come Renato Nicolini per il quale quel megasilos è impressionante risponde quasi ridendo: «Certo bello non è, ma chi lo vede? Quando sarà costruito scomparirà dentro la collina, non si vedrà più nulla, solo l'ingresso. E anche quello verrà nascosto dai giardini. Di quale brutture parlano? Io invece dico che se il Valadier avesse immaginato che la sua rampa del D'Annunzio sarebbe stata invasa dalle auto lo avrebbe progettato direttamente lui il parcheggio». «Ecco quello è il vero male di Roma — prosegue — le auto che rovinano una delle parti più belle della città. A questo dovrebbero pensare ambientalisti e intellettuali. Vogliono salvaguardare la città? Benissimo, però quando il Valadier ha realizzato la piazza tutte quelle macchine non c'erano. Quindi in qualche modo bisogna toglierle. E il parcheggio è il male minore». Ovvio che nel mirino alla fine finisca anche il sindaco Gianni Alemanno: «Il problema della modernizzazione della città si deve affrontare nei tavoli giusti, non può essere una discussione sui giornali. Quellla struttura era già stata approvata, c'erano stati i carotaggi per scoprire eventuali reperti e la società aveva iniziato i lavori. Spero che prevalga il buon senso e che il parcheggio si faccia. Perché altrimenti poi il Comune dovrebbe risarcire il costruttore con 10 milioni di euro e voglio vedere quale sarebbe la giustificazione con la Corte dei Conti». Pa. Zap.

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