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Alitalia, Cisl e Uil lasciano sola la Cgil

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Mentre la Cgil si è arroccata su posizioni rigide prospettando una trattativa lunga, Cisl e Uil hanno mandato al governo segnali di disponibilità a rispettare i tempi stretti che il ministro del Lavoro Sacconi e il commissario straordinario Fantozzi hanno indicato. Anche le sigle sindacali dei dipendenti della compagnia di bandiera che ieri si sono riuniti per individuare una linea unitaria, sembrano pronti a assumere un atteggiamento più morbido, consapevoli che alzare un muro vorrebbe dire portare l'Alitalia alla liquidazione con danni incalcolabili sul piano occupazionale. Al termine dell'incontro hanno diramato una nota nella quale indicano la scaletta della trattativa: prima il via libera al piano industriale poi la trattativa sugli esuberi. Una posizione condivisa anche dai confederali. Il leader della Uil Angeletti è stato chiaro. «È un dovere salvare i posti di lavoro. Non capisco perchè si debbano distruggere 20mila posti quando si può salvarne la stragrande maggioranza». Angeletti sottolinea la difficoltà della situazione («L'azienda è tecnicamente fallita, ha un commissario che deve liquidarla entro pochi giorni») ed è d'accordo con il governo sulla necessità di chiudere la trattativa in tempi brevi. Ed è una linea condivisa dal sindacato di categoria Uilt anch'esso consapevole che in ballo ci sono 20.000 posti di lavoro. Quindi bisogna arrivare subito a un accordo che però «va sottoposto al referendum tra i lavoratori interessati». Intanto vengono fuori altre cifre sul piano di salvataggio. Nella relazione tecnica al decreto si legge che costerà 30 milioni l'anno l'accesso agli ammortizzatori sociali per gli esuberi. Per il 2009 i 30 milioni verranno dal Fondo per l'occupazione, per il 2010 da un taglio lineare alle autorizzazioni di spesa della Finanziaria 2008 e per ciascuno degli anni dal 2010 al 2014 con la riduzione del fondo per gli interventi strutturali di politica economica.E sul nodo degli esuberi ieri è tornato anche il ministero del Lavoro con una nota nella quale si chiede ai sindacati di valutare più i posti salvati che i tagli. Quanto alle indiscrezioni sul numero di quanti resterebbero fuori dalla nuova Alitalia, Sacconi ha detto che prima di fare le cifre bisogna attendere l'acquisizione da parte del commissario delle offerte. Le voci che continuano a circolare tra i sindacati parlano di una base di 4.500 esuberi. A pagare il costo più elevato sarebbero gli assistenti di volo con circa 1.500 esuberi. Per i piloti, circa 500, ed il personale di terra, circa 2.500, gli esuberi sarebbero più in linea con l'offerta di Air France-Klm che fu bocciata dai sindacati. Tra i sindacati c'è chi ha fiducia sulla possibilità che al tavolo con il governo si possa arrivare a ridurne il numero. Ad incidere sul numero degli esuberi per il personale navigante sarebbero le nuove regole previste, sia da norme generali che dal Piano Fenice, per la composizione degli equipaggi. Nuove norme generali impedirebbero di ridurre sotto una certa soglia l'assunzione di piloti nella newco. Esuberi non significativi per Airone. Criteri più stringenti anche per la composizione degli equipaggi: in particolare, la decisione di tornare alla figura del responsabile unico di cabina eliminando la presenza di due o tre responsabili prevista oggi. Sulla questione Alitalia oggi si riunirà alla Regione Lazio, il tavolo sindacati-enti locali.

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