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Lasciate alle spalle le polemiche sul controverso Lodo ...

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Italo Bocchino, vicepresidente del gruppo del Pdl, apprezza la disponibilità del guardasigilli del governo ombra Lanfranco Tenaglia a discutere in Parlamento dell'argomento. Ma ad una condizione: che il Pd «si affranchi dall'Anm e ascolti di più uomini saggi come Violante e Barbera e condivida un percorso di cambiamento di cui l'Italia ha bisogno». Nicolò Ghedini assicura che il ministro Alfano «sta lavorando per una riforma condivisa, metodo ben lontano dalle accuse rivolte dall'Anm alla maggioranza». I reiterati inviti della maggioranza al dialogo incontrano però reazioni prudenti nei democratici. Così Tenaglia ha ribadito l'intenzione di un confronto sulle carte parlamentari, ma non ha rinunciato alla circospezione: «Un tema così importante non si può affrontare sulla base di annunci e di provocazioni più o meno argute». L'ex ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni non ci sta ad ascoltare il canto delle sirene di maggioranza: «Quello che si deve è depositare a settembre il nostro disegno di legge e confrontarci in commissione e in aula». Articoli, commi e norme nero su bianco potrebbero davvero sgombrare il campo dai detriti delle polemiche infinite. Ne è convinto Ghedini, favorevole a dividere in due il Csm, uno per i pm, l'altro per i giudici, «garantendo ad entrambi una rigorosa indipendenza». Chi non sembra contagiato dal clima di dialogo è Umberto Bossi: parlando a una riunione venerdì sera ha commentato: «I magistrati? Lasciateli arrabbiare».

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