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Amato: "Decido io chi entra nella Attali per Roma"

Amato

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«Se coloro che hanno discusso con tanto impegno — dice con ironia sottile l'ex presidente del consiglio — sul significato politico, assiologico, onirico e omeopatico della commissione "Attali de noantri", come qualcuno l'ha chiamata, si fossero dedicati ad un'attività più produttiva, il Pil italiano, particolarmente basso ad agosto, ne avrebbe sicuramente guadagnato. A cosa serve la commissione lo avevo chiarito all'inizio di agosto ma la discussione ha confuso tutto. Ora, dalla confusione sui significati si passa a quella sui nomi, con liste che circolano anche sui quotidiani e, naturalmente, si cominciano a criticare. Come tutte le liste». «E allora dico con chiarezza che considero parte del mio mandato di presidente della commissione — aggiunge Amato — la scelta dei componenti tra quelli già indicati da altri o non indicati da nessuno. Ci sto pensando ora, nomi non ne ho fatti e ogni commento è prematuro. Certo che Roma ha bisogno di persone che si impegnino, di collaborazioni più che di polemiche sterili o proclami. Si tratta, e con il sindaco Alemanno la pensiamo nello stesso modo, di una commissione di riflessione e non di decisione e pertanto tutte le polemiche sull'inciucio sono davvero prive di senso». Chi le fa insomma non vuole bene a Roma. E quindi all'Italia. Poi Amato parla della difficile situazione tra Georgia e Russia, dell'importante mediazione del capo dello stato francese Nicolas Sarkozy, dei rapporti tra Stati Uniti ed Europa. «Noi europei e gli americani dobbiamo chiarire a noi stessi che rapporto vogliamo avere con la Russia». Due battute anche sull'inflazione «che ha raggiunto livelli preoccupanti». E non poteva mancare un giudizio «sui dati positivi sulla sicurezza, snocciolati dal ministro Maroni per sottolineare il successo dei provvedimenti messi in atto dal governo Berlusconi». Dati, precisa Giuliano Amato, migliorati dal secondo semestre del 2007. «E lo stesso Gianni Alemanno — conclude — mi ha dato atto della svolta avvenuta dopo l'uccisione della signora Reggiani ma ha dimenticato di dire che quella svolta fu promossa da Veltroni». E così, chi teme l'inciucio è servito. Il professor Amato non parla, preferisce un'estate da nonno, in famiglia, ma guai a stuzzicarlo.

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