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Sbarramento Europee, Bossi «salva» Di Pietro

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E che vuol dire? Vuol dire che sta per mettere mano alla riforma elettorale per le Europee che si terranno l'anno prossimo. Il testo è stato predisposto dal dicastero per le Riforme per il federalismo, in pratica quello di Umberto Bossi. I cui uffici ieri si sono ben guardati dal diffondere gli articoli del provvedimento. Stando alle indiscrezioni, tuttavia, la riforma elettorale prevede di aumentare la soglia di sbarramento visto che oggi è addirittura fissata sotto l'1%: basta incassare uno 0,8% alle Europee e ci si becca un bel parlamentare a Strasburgo. Il che ovviamente offre una serie di benefici. Uno sbarramento così è ridicolo visto che per le politiche è tra il due (se si corre in coalizione) o al quattro (se si corre invece in solitaria) per cento. Pd e Pdl sono sostanzialmente d'accordo nell'aumentare quella soglia. Il partito di Veltroni aveva parlato di un 2 o un 2,5%, mentre il centrodestra ha presentato una proposta di legge in Parlamento posizionando l'asticella al 5%. Un'ipotesi che, stando ai risultati delle ultime politiche, taglierebbe fuori tutti i piccoli. La proposta Bossi invece ha un po' ridotto l'ostacolo, abbassando al 4%. In questo modo sarebbe salva l'Italia dei Valori: il partito di Di Pietro infatti alle elezioni di aprile s'è fermato al 4,3% e dunque rischierebbe di non vedere eletto nessun deputato europeo se passasse l'ipotesi Pdl; con quella che il governo s'accinge ad approvare invece sì. E non rischierebbe più nemmeno l'Udc di Pier Ferdinando Casini che in primavera s'era fermato ad un 5,6% e anche gli ultimi sondaggi danno in ulteriore calo. Fuori tutta la sinistra radicale visto che tutta assieme (Rifondazione, Sd, Comunisti italiani e Verdi) ad aprile aveva a stento superato il 3%. E fuori restrebebbe anche La Destra sempre più solo di Storace e sempre meno della Santanchè, che aveva portato il partito al 2,4%. Chance ridottissime per i socialisti guidati da Riccardo Nencini. Nel testo predisposto dal governo, comunque, resta irrisolto il nodo di principale divisione almeno all'interno del Pdl: le preferenze. Dopo l'assemblea di sabato, il partito di Fini in larga parte spinge per inseririle (anche se attualmente per le Europee sono previste) mentre Forza Italia è assolutamente contraria. Nella proposta depositata in Parlamento non sono previste. Bisognerà decidere nelle prossime ore. Infine Bossi immagina una l'Italia divisa in dieci circoscrizioni invece delle attuali cinque. I piccoli partiti si preparano a dare battaglia.

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