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Precari, il governo va avanti: "Modifiche solo in autunno"

Sacconi

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[...] di confermare la misura che blocca le assunzioni dei precari che si rivolgono al giudice per ottenere un contratto a tempo indeterminato. L'unico cambiamento che sarà apportato al Senato riguarda l'articolo 60 sulla flessibilità dei bilanci dei ministeri, per i quali il governo ha deciso di rispondere positivamente alle sollecitazioni del Quirinale. Ma la norma blocca-assunzioni non avrà vita lunga: l'esecutivo, assicura il ministro del Lavoro Sacconi, la modificherà nel disegno di legge che conterrà la seconda parte della manovra. «Sarà quella la sede per intervenire», spiega Sacconi. Nello stesso provvedimento sarà corretta anche la norma che riguarda gli assegni sociali per i cittadini più poveri: introdotta con un emendamento alla Camera per eliminare alcuni abusi commessi da immigrati, colpisce anche le italianissime casalinghe che, avendo lavorato sempre in casa, non possono esibire i dieci di lavoro sotto contratto regolare in Italia e rischiano di vedersi togliere il vitalizio. L'opposizione tuona contro il «pasticcio» compiuto dal governo e promette battaglia nell'aula del Senato, dove i prossimi giorni approderà il decreto sulla manovra per la seconda lettura. Il Pd chiede che la norma blocca-assunzioni sia cambiata immediatamente, senza rinvii. Contro la misura scende in campo il leader democratico in persona: Walter Veltroni chiede al governo di ritirarla in quanto «politicamente e socialmente inaccettabile» e promette: «La contrasteremo con tutta la nostra forza al Senato». L'opposizione è convinta che la norma sia anche incostituzionale, in quanto cambia le regole del gioco per i procedimenti già avviati. Lo sostiene, tra gli altri, il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro: «La norma sui precari - dice - oltre ad essere costituzionalmente illegittima, è una delle solite furbate che questo governo fa per togliere ai poveri e dare ai ricchi». I sindacati restano sul piede di guerra. Secondo il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, la norma è stata imposta dalle «lobby» degli imprenditori e rappresenta una «diminuzione dei diritti delle persone». Critico anche il giudizio dell'Ugl, sindacato tradizionalmente vicino a An: «C'è una pericolosa deriva contro il mondo del lavoro», dice la leader Renata Polverini, che chiede al governo «un'inversione di rotta». La norma, invece, piace molto a Confindustria, che la giudica «in linea con le direttive comunitarie» e plaude alla scelta del governo, «pienamente condivisibile». Nella maggioranza, la linea è quella di circoscrivere la portata del provvedimento. La norma, dicono in molti, serve solo a limitare la valanga di cause di precari delle Poste. I leghisti sono tra i difensori più intransigenti della misura. Il capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Cota sostiene che «alle Poste i concorsi sono bloccati perchè c'è chi tenta di farsi assumere in modo furbesco e certi sindacati che oggi pontificano dovrebbero difendere invece chi vuole trovare lavoro in modo trasparente». Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, assicura che «si tratta di una situazione circoscritta ed è scartata ogni ipotesi riguardante il presente e il futuro e la gran massa dei precari».

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