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Fassino sotto accusa riscopre la solidarietà

Fassino

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Lo fa dopo che il capogruppo del Pd Antonello Soro gli ha espresso «la solidarietà di tutto il Parlamento» per le «incredibili invenzioni riferite a un nostro amico, a un nostro collega, il cui meritato prestigio, dentro e fuori il nostro Paese, credo superi i confini di una parte politica». E infatti tutta l'Aula applaude mentre il presidente della Camera Gianfranco Fini sottolinea che, proprio quell'«applauso corale», è «la migliore riprova» di quello che Soro ha affermato. A scatenare la solidarietà bipartisan sono le accuse di Giuliano Tavaroli, ex capo della sicurezza Telecom, che dalle pagine di Repubblica ha indicato Fassino come uno dei due intestatari (l'altro era Nicola Rossi ndr) di un fondo su cui sarebbero transitate tangenti pagate da Roberto Colaninno ai Ds per l'acquisizione del gruppo di telefonia. L'ex leader della Quercia, stretto in un completo beige, chiede la parola. «Desidero ringraziare il presidente Soro - esordisce -, il mio gruppo e tutti i colleghi dei diversi gruppi parlamentari, che nelle scorse ore mi hanno manifestato in modo corale la loro solidarietà. Desidero ringraziare, inoltre, i Presidenti Fini e Schifani e il Presidente Napolitano, e i tanti esponenti politici, sia della Camera che del Senato, e i dirigenti dei partiti che hanno voluto manifestarmi la loro solidarietà, l'amicizia e, in molti, il loro affetto». La voce di Fassino si fa ferma: «Non desidero aggiungere altre parole, se non una semplicissima e brevissima considerazione. Credo che questo episodio, che spero sarà archiviato molto rapidamente, indichi la necessità che tutti, chi fa politica, chi produce e diffonde informazione, chi ogni giorno, con la sua attività e il suo lavoro, agisce nella nostra società, ispiri sempre i propri comportamenti ad un principio fondamentale, che è un principio di responsabilità». Applausi. Per l'ex leader Ds è una boccata d'aria dopo giorni difficili. Più tardi, interrogato al termine di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi definirà quelle di Tavaroli «chiacchiere da bar», chiudendo la questione con un secco «non ne so nulla». Ma se il commento del premier sembra scontato, la vera novità si registra in casa Pd. Per la prima volta da molti giorni, infatti, il partito si stringe attorno ad un suo esponente di spicco. Certo, già martedì Dario Franceschini aveva espresso solidarietà a nome di tutto il Pd, ma in quella prima giornata di tormenti erano rimasti in silenzio in molti, a partire da Francesco Rutelli. Poi, lentamente, quasi tutti si erano affrettati a solidarizzare con Fassino. Ieri, l'apoteosi. Un trattamento molto diverso da quello ricevuto dall'ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco. Per lui gli attestati di stima sono stati piuttosto timidi per non dire nulli. Ma stavolta forse è diverso. Stavolta l'attacco è stato sferrato più in alto e da un giornale «amico» come Repubblica. Giusto, quindi, reagire con forza.

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