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Il Cav: «Crescono gli applausi per me»

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Insomma, il premier va avanti. Altrochè se va avanti. Insiste, alza i toni. Continuerà a denunciare quella parte della magistratura che vuole fermarlo: «Avete visto a che livello basso sono considerati i magistrati?», ribadisce ai suoi. «Forse non è chiaro che siamo a un passo dal rovesciamento del governo», spiega Giorgio Stracquadanio, uno dei ghost writer del Cavaliere. E che dà l'esatta sensazione dell'aria che tira a Palazzo Grazioli (arriverà più tardi anche l'avvocato del premier Niccolò Ghedini), dove gli uomini del Cav si sentono ogni giorno sempre più sotto attacco. E il capo del governo chiude tutto come se fosse una falange armata. Insiste Stracquadanio: «Di fronte all'ipotesi del dialogo tra Pdl e Pd è accaduto che si è voluto accelerare con il processo Mills per giungere nel più breve tempo possibile a una condanna che potrebbe contenere qualche pena accessoria. Tipo l'interdizione dai pubblici uffici. E comunque anche solo in caso di condanna, il presidente della Repubblica non potrebbe restare indifferente». Mentre Gaetano Quagliariello, senatore molto in linea con gli umori del premier, annota che quanto accaduto al Csm «è troppo poco per poter segnare una discontinuità e pensare che siano passati i tempi in cui Silvio Berlusconi lo si voleva sfasciare in Tribunale». Per questo il premier non si ferma. Al contrario. Annota un fedelissimo che chiede di restare anonimo: «Berlusconi è andato in una platea totalmente ostile perché la Confesercenti è un'associazione di sinistra. Nessuno lì dentro l'ha votato. Eppure l'hanno fischiato e applaudito. Segno che ha guadagnato voti. Non solo, ma per i fischi si sono scusati il presidente Venturi e persino Epifani ha preso le distanze». Il segretario della Cgil in effetti si è lasciato andare a un laconico: «Sbagliata la sala, sbagliati i toni, così non va bene». La strada è quella: avanti così, la gente è con me. Lo scrive a chiare lettere anche Il Quaderno, il foglio interno riservato ai massimi dirigenti di Forza Italia e che nell'edizione di ieri, redatta dopo la sortita della Confesercenti, avverte: «La procura di Milano intende ripetere il copione delle legislature passate: tenere sotto ricatto il premier ed il governo legittimamente eletti, impedire di fatto la governabilità del Paese». E ancora: «Non il Parlamento, non l'opposizione, ma direttamente il sindacato dei magistrati nonché il Csm, l'organo di autogoverno della magistratura, è entrato direttamente in campo proponendo tregue, compromessi, una serie di non precisati "do ut des". E rendendo addirittura oggetto di negoziato ciò che dovrebbe essere rigorosamente al di sopra delle parti, cioè il giudizio di costituzionalità su questo o quel provvedimento. Un comportamento che definire ai limiti della Costituzione è dir poco». E le «intenzioni» di Anm e Csm sarebbero evidenti: «Indurre il governo ed il premier ad un mercanteggiamento, questo sì ad personam e fuori da ogni prassi». A questo punto, sottolinea Il Quaderno (che viene redatto proprio a Palazzo Grazioli): «Il percorso è obbligato. O la situazione rientra nella normalità (si badi bene, non con la neutralizzazione "di regime" dell'ordinamento giudiziario), cioè in un corretto confronto tra maggioranza e opposizione, tra governo e organi istituzionali, il tutto che garantisca all'esecutivo i suoi diritti e doveri. Oppure il governo è legittimato ad usare gli strumenti che ha a disposizione, quelli delle leggi».

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