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«La sola strada percorribile per l'avanzamento dell'Europa ...

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Chiama in causa la responsabilità dei governi degli Stati nazionali nella formazione di una coscienza europea e di un consenso a favore dell'integrazione politica. «Troppi governi nazionali hanno indicato l'Europa e in particolare la Commissione Europea, la burocrazia di Bruxelles come capro espiatorio per coprire loro responsabilità e inefficienze». I governi nazionali, ha aggiunto, hanno gestito gli affari europei «in solitudine preoccupandosi poco di coinvolgere le opinioni pubbliche e i parlamenti. Poi dice che sull'allargamento e sulle istituzioni europee «è giunto il momento della prova». Se in 27 e con le regole che ha, l'Unione non funziona e non sa nemmeno cambiare le regole «bisogna allora trovare le forme di un impegno più saldo e coerente tra quei paesi che si sono riconosciuti nella scelte più avanzate di integrazione e coesione come quella della moneta unica e dell'eurozona». Con questo accenno allo scenario posto dal nuovo intoppo incontrato nel processo di revisione istituzionale con il no al referendum irlandese, il presidente della Repubblica ha indicato la guida che si pone agli europeisti di oggi, la sfida di vincere riserve, scetticismi e visioni limitate della Unione Europea in un ambito che non prevede la piena integrazione politica. Con il Trattato Costituzionale, quello affossato dai referendum francese e olandese, ha ricordato, era stata intrapresa e tracciata la via dell'Unione politica quale «sola strada percorribile per tutti noi». Il trattato conteneva i necessari cambiamenti delle regole. «In larghissima misura» quelle innovazioni sono state inserite nel testo adottato a Lisbona lo scorso dicembre. Adesso non possiamo permetterci di far naufragare, «travolto dal referendum irlandese» anche il trattato di Lisbona. Non possiamo lasciarci dominare «dal tabù dell'unanimità. Equivarrebbe a mettere a rischio le conquiste del passato e le prospettive del futuro», conquiste che troppo facilmente si danno per scontate, trascurando di ricordare «quel che sono costati e come sono stati conseguiti».

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