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Frattini: "Non accettiamo processi alle intenzioni"

Franco Frattini

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Aspettare che l'iter termini, e vedere cosa avrà prodotto l'organo legislativo italiano. «Io ho detto che non accetto critiche premature o processi alle intenzioni - dice il capo della Farnesina -. Non accetto neanche una critica al legittimo lavoro del Parlamento italiano che, come è noto, non ha ancora introdotto il reato di immigrazione clandestina, ma ne sta doverosamente discutendo». Frattini spiega di conoscere la situazione europea. E «in altri Paesi (Francia, Germania, Gran Bretagna, ndr)» spiega che «il reato esiste già». «Si tratta di far conoscere meglio quello che l'Italia davvero vuol fare e stiamo cominciando a far conoscere meglio. Ci vorrà del tempo per far capire ai nostri interlocutori e soprattutto spiegare che fuori dal territorio italiano, chi è italiano deve cercare di difendere e rafforzare l'orgoglio e la dignità del proprio Paese», aggiunge Frattini. Il ministro degli Esteri, a proposito, si sente si dover fare i complimenti «per l'atteggiamento di Walter Veltroni» e «quello dell'onorevole Piero Fassino». Un grazie che si moltiplica quando invece altri esponenti autorevoli dell'opposizione, denuncia Frattini, «non mantengono una responsabile cautela, specialmente se alcuni temi delicati come l'immigrazione vengono trattati all'estero in sedi istituzionali importanti». È il caso, per fare un esempio, dell'opposizione dura del leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, che ancora ieri ribadisce di non essere a conoscenza di Paesi europei che applicano il reato di clandestinità: «Ma quando mai... La maggioranza si vada a leggere le carte», dice l'ex magistrato. Ma quando Maurizio Belpietro, nel corso della trasmissione Panorama del giorno, gli chiede se le sue allusioni si riferissero al suo predecessore, il ministro degli Esteri risponde: «Assolutamente no. Il ministro D'Alema oggettivamente su questo è stato sempre irreprensibile. Lui evidentemente sa quanto sia importante la dignità e l'orgoglio del proprio Paese. Parlo di altre persone - ha precisato Frattini -, che magari si esprimono in circoli think tank, luoghi non istituzionali e fanno credere che l'Europa ci abbia bacchettati, accusati, rimproverati. Il che semplicemente non è vero». A ciò si aggiunge anche che nel Vecchio Continente è difficile armonizzare le norme in materia di immigrazione. «Abbiamo cominciato tardi - commenta il capo della Farnesina -. Io sono arrivato a Bruxelles nel 2004 come commissario europeo responsabile proprio di questa materia e, allora vi erano 25 regimi giuridici diversi. In tre anni e mezzo molto si è avvicinato, ma ancora molto c'è da fare. Ecco perché - conclude Frattini -, il presidente francese Sarkozy considera come priorità l'armonizzazione delle regole sull'immigrazione e l'Italia con Berlusconi sosterrà convintamene il presidente francese in questa sua politica».

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