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Accesso vietato a giornalista «non gradito»

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E oggi la spiacevole sorpresa. Quando passo sotto il metal detector un funzionario mi ferma e mi chiede di consegnargli pass e documento. Lei non è persona gradita dal governo iraniano, mi dicono». Così il giornalista Ahmad Rafat spiega la dinamica della sua esclusione dalla partecipazione, in qualità di giornalista, al vertice della Fao di Roma. «Ho ucciso qualcuno? Ho commesso qualche delitto?», si domanda il giornalista visibilmente sconcertato. «No, ho criticato la mancanza di libertà di informazione in Iran. E sono stato ripagato con la peggiore delle censure. Perché l'Italia e la Fao si sono resi complici?». A Rafat è giunta una solidarietà bipartisan. Ma di chi è la responsabilità di quanto accaduto? «Il ritiro dell'accredito all'ingresso non dipende da noi, ma dalla sicurezza italiana», aveva detto ieri mattina il responsabile della comunicazione della Fao, Nick Parsons. La replica ufficiosa della sicureza italiana è però che la faccenda non è di competenza italiana.

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