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Veltroni e Casini, no al reato di immigrazione clandestina

Veltroni

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Una misura, questa, attorno a cui si è acceso il dibattito anche all'interno della stessa maggioranza, con An, Lega e Forza Italia impegnate in un intenso confronto. Oggi il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, si è limitato a dire che «il governo saprà agire per sanzionare chi rimane in Italia da clandestino con delle misure più drastiche e in linea con le norme europee». Mentre il capogruppo leghista alla Camera, Roberto Cota, ha rivendicato «l'impatto positivo dal punto di vista dell'immagine» che il reato di immigrazione clandestina avrebbe, pur ammettendo che «ci sono da valutare gli aspetti tecnici legati all'efficacia». Insomma, sull'introduzione del reato di immigrazione clandestina la discussione nel centrodestra è ancora aperta. Intanto è il governo ombra del Pd a schierarsi in modo chiaro: «Introdurre il reato di immigrazione clandestina sarebbe una misura inutile e persino dannosa, capace di intasare le carceri e di spingere anche chi viene nel nostro paese per lavorare tra le braccia della criminalità organizzata» dice Veltroni. Che, approfittando delle critiche arrivate in tema di sicurezza e immigrazione a Palazzo Chigi da alcuni rappresentanti del governo di Madrid (dove il ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, andrà a spiegare - come anticipato oggi dal titolare degli Esteri, Franco Frattini - la linea dell'esecutivo italiano), sottolinea come «il problema dell'immigrazione va affrontato con un forte rapporto con l'Europa: le politiche della sicurezza e quelle dell'immigrazione devono essere raccordate e i controlli devono avere una dimensione continentale». Il leader del Pd esprime anche un «fortissimo no» alle «tentazioni di giustizia fai da te che in questi giorni si sono affacciate. La sicurezza - spiega - è un monopolio dello Stato, quindi non è ammissibile nessun ammiccamento o anche semplicemente sottovalutazione davanti a fenomeni gravissimi come gli attacchi ai campi rom o a soluzioni sbagliate come quelle delle ronde». Sulla stessa linea è Pier Ferdinando Casini: «Innanzitutto - ha spiegato il leader centrista - pensiamo sia sbagliato introdurre il reato di immigrazione clandestina: si intaserebbe un sistema giudiziario già intasato. Introdurlo sarebbe un rattoppo peggiore del buco. Sarebbe un inasprimento formale, fatto sull'onda della propaganda, che nei fatti renderebbe le espulsioni ancora più difficili». Secondo Casini, quindi, «sono più efficaci le sanzioni amministrative». Tuttavia, l'Udc considera «positiva» l'azione messa in atto dal governo in materia di sicurezza.

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