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Dopo gli ammiccamenti e le cortesie a distanza, ieri ...

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«Nessuna melassa sul piano programmatico» ha sentenziato il leader del Pd; «un confronto aperto e costruttivo» ha aggiunto Berlusconi. Insomma l'idillio continua. Il premier ha spiegato che sono stati toccati i temi delle riforme istituzionali e dei principali provvedimenti di programma di governo. «Non si può auspicare un clima di conflitto sui temi istituzionali» ha detto Veltroni e ha riferito che «c'è accordo sulla necessità di ripartire dal pacchetto di riforme licenziato dalla commissione affari costituzionali nella scorsa legislatura e portarlo avanti». Al lavoro, dunque, sul testo Violante-Bocchino non appena si insedieranno le commissioni. E, soprattutto, Veltroni ottiene quel riconoscimento formale che è solo il prodromo dell'istituzionalizzazione del suo governo ombra. Infatti nel colloquio i due avrebbero convenuto di incardinare nella discussione in commissione Affari costituzionali della Camera il tema dello statuto dell'opposizione. Veltroni e Berlusconi, poi, hanno affrontato anche la questione della riforma dei regolamenti parlamentari: tema assai caro al premier, che vuole portare a casa l'accelerazione dell'iter della Finanziaria e dei provvedimenti del governo. Nessun ostacolo dal leader del Pd, anche perchè, come più volte aveva manifestato Veltroni, è una materia che va a favore sia della maggioranza che dell'opposizione. Quanto ai provvedimenti economici Veltroni ha chiesto al governo di «presentare proposte per far fronte alla vera emergenza che è la condizione sociale e economica delle famiglie». Il che significa che se ci sono risorse «vanno destinate a aumentare salari, stipendi, pensioni e a ridurre il precariato». Il taglio dell'Ici, dice il leader del Pd, «sarà valutato quando verrà varato e se ne valuterà la copertura». A sugello del feeling una nota di Palazzo Chigi nella quale il premier auspica che «questi incontri, sempre nella netta separazione dei ruoli tra maggioranza e opposizione, possano proseguire in maniera continuativa». Fumata nera, invece, sulla Rai: Veltroni ha ribadito a Berlusconi la richiesta di non procedere al rinnovo del consiglio d'amministrazione di viale Mazzini con l'attuale legge Gasparri. Inoltre, il segretario del Pd ha illustrato al premier la sua idea sulla governance: amministratore unico e fuoriuscita dei partiti. Ma Berlusconi si sarebbe limitato ad ascoltare, senza mostrare aperture. Veltroni sa bene che quella di ieri non era la sede in cui discuterne, e che la parola spetta al sottosegretario Paolo Romani. Eppure Berlusconi nell'intervento in Senato aveva annunciato la volontà di mettere fine alla «ventennale guerra» sulla Rai. Ma per sapere se il dialogo è reale o è solo apparenza bisognerà aspettare la verifica in Parlamento: sarà lì che si scopriranno le carte. L'incontro di ieri però rappresenta un passo in avanti e consegna al Parlamento l'impegno dei due leader ad un confronto reale nelle sedi istituzionali. Ora spetterà alle Camere verificare modi e tempi, i due infatti non hanno fissato calendari o stilato un timing, anche se non mancheranno altri incontri. L.D.P.

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