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E il Pd litiga per due poltrone

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Contestualmente è riuscito, con il coordinamento del Pd che si è riunito per la prima volta ieri, a soddisfare tutti quelli che erano pronti a chiedere la sua testa dopo la disfatta delle elezioni. Ma dopo aver distributo poltrone a destra e manca il leader del Pd sembra essersi impantanato. Colpa di due posti. Solo due. In fondo non sono molte le poltrone che spettano di diritto all'opposizione così lo scontro, tutto intorno al Pd, si è concentrato sulla Vigilanza Rai e sul Coparsi (l'ex Copaco oggi Comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti). Per quest'ultimo è battaglia a due tra l'ex vicepremier Francesco Rutelli e Arturo Parisi. Dovrebbe spuntarla il primo anche se la cosa ha innervosito e parecchio l'ex ministro della Difesa che, finora, è rimasto fuori (assieme al resto della componente ulivista-prodiana) da tutti i posti di comando del Pd. Come se non bastasse gli ulivisti non vedrebbero di buon occhio una nomina che nasce da logiche correntizie e che, soprattutto, appare come un inspiegabile risarcimento all'uomo che è il simbolo della sconfitta del Pd nella Capitale. In ogni caso, se la scelta cadrà sull'ex leader della Margherita, questo avrà dei risvolti anche sulla partita per la Vigilanza visto che il rutelliano Paolo Gentiloni sarebbe matematicamente escluso. Una buona notizia per Veltroni che dovrà comunque lottare per arrivare ad una soluzione condivisa. Non è un segreto, infatti, che Antonio Di Pietro vorrebbe la poltrona per un esponente dell'Idv (favorito Leoluca Orlando su Giuseppe Giulietti), ma ormai si tratta di un'ipotesi accademica. Il presidente della commissione, per essere eletto, ha bisogno dei voti della maggioranza e il Pdl ha già chiuso la porta. «La presidenza della Vigilanza - spiegava due giorni fa il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto - andrebbe all'opposizione, ma non si può dare a chi incarna la punta di diamante degli sconvolgimenti della Rai». E Cicchitto aveva in mente un nome preciso: Antonio Di Pietro che, proprio in questi giorni, ha difeso senza tentennamenti Marco Travaglio. Così, nelle ultime ore, sembrano salite le quotazioni del ministro delle Comunicazioni ombra Giovanna Melandri. C'è solo un piccolo problema, l'ex diessina è deputato e la prassi vuole che il presidente della Vigilanza in questa legislatura sia un senatore visto che Mario Landolfi, che l'ha guidata nella scorsa, era anche lui deputato. L'alternativa potrebbe essere Marco Follini, ma l'ex segretario dell'Udc non gode certo della stima del Cavaliere e, soprattutto, si è espresso a favore della soppressione della commissione. Per Veltroni problemi che si aggiungono a problemi.

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