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Aveva detto che sarebbe arrivato puntuale come «un orologio ...

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Quindi il segretario sta stringendo sulla composizione della lista e, a quanto spiegano fonti del Pd, sta pensando a un mix tra ministri uscenti e nuove figure. Al momento, a quanto di apprende, tra chi avrebbe dato la disponibilità al segretario del Partito democratico ci sono Piero Fassino per il ministero-ombra degli Esteri, Maria Paola Merloni per le Attività produttive, Maria Pia Garavaglia per il Welfare, Ermete Realacci per l'Ambiente. Alla Comunicazioni andrebbe Paolo Gentiloni ma, se dovesse ricoprire il ruolo di presidente della commissione di Vigilanza Rai, allora si starebbe pensando a Marco Follini. Grande incertezza invece, almeno al momento, sulla «casella» Viminale. Per quanto riguarda il ministero dell'Economia, come anti-Tremonti, si vorrebbe Pierluigi Bersani che tuttavia fa mostra di non essere troppo interessato, sebbene dal loft di piazza Sant'Anastasia si fa capire che alla fine potrebbe accettare. Fuori dal governo-ombra resterebbe invece Francesco Rutelli che dovrebbe essere indicato per la presidenza della comissione Copasir, l'ex-Copaco (cioè il comitato per il controllo dei servizi segereti). Mentre D'Alema e Parisi hanno annunciato che non ne faranno parte. Nel puzzle di composizione del governo ombra del Pd sono molti i nomi che circolano ieri. Per il Welfare, oltre a Maria Pia Garavaglia, circola anche l'ipotesi del giuslavorista Pietro Ichino. Anche se per quest'ultimo ci sarebbe un'altra ipotesi piuttosto concreta: la presidenza della Commissione Lavoro di Palazzo Madama. Una possibilità che cancellerebbe il suo ruolo di ministro ombra per il settore dello stato sociale. Per la Giustizia, a fare da «ombra» ad Angelino Alfano, Veltroni starebbe pensando a un altro siciliano, ovvero Giuseppe Lumia, già presidente della commissione Antimafia. Tuttavia, a quanto si apprende, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro sarebbe ben disposto a ricoprire il ruolo di Guardasigilli-ombra. Nella speculare composizione dello «shadow cabinet» veltroniano l'anti-Calderoli nel neonato ministero della «delegificaione» potrebbe essere Linda Lanzillotta. Di un'altra donna si parla anche per la Difesa e cioè Roberta Pinotti che è stata presidente della commissione Difesa nella scorsa legislatura e responsabile del settore nell'esecutivo Pd. Tuttavia, per quel ruolo potrebbe essere riconfermato il ministro uscente Arturo Parisi. Ma Veltroni in questi giorni sta lavorando su un doppio binario. Oltre al governo-ombra, infatti, il leader dei democratici sta cercando di riorganizzare l'esecutivo del suo partito. Basandosi sulla necessità, nata dalla riflessione sulla sconfitta elettorale, di essere maggiormente radicati sul territorio, Walter ha concordato già martedì con i segretario regionali che il nuovo gruppo dirigenziale dovrà diventare il fulcro dell'organizzazione del Pd, a stretto contatto con i territori. La prima «rivoluzione» organizzativa alla quale Veltroni sta pensando, secondo fonti vicine al Partito democratico, è di sdoppiare il ruolo di coordinatore finora affidato a Goffredo Bettini. Quest'ultimo resterebbe al suo posto, ma sarebbe affiancato dall'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni.

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