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Alemanno rassicura

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Al Capo dello stato ha donato una medaglia d'oro celebrativa del Natale di Roma, e un bel po' d'acqua da gettare sul fuoco delle polemiche, sollevate dallo schieramento opposto, sulla «destra pigliatutto». Equilibrio sembra oggi la sua parola d'ordine. «Un colloquio cordiale - racconta dell'incontro con Napolitano - Gli ho illustrato la mia intenzione di avere una gestione aperta della città e che coinvolga anche l'opposizione. Sulla riforma federale di Roma Capitale - spiega - vorrei un testo condiviso sia dalla Provincia che dalla Regione». Napolitano ha gradito: «Il presidente si è raccomandato con me di lavorare a tutti i livelli istituzionali per la concordia sui temi essenziali». Una ricucitura post-campagna che Alemanno ha già iniziato: «Ho parlato con Bettini - spiega - Per la Festa del cinema non ci saranno tagli di teste, affronteremo la questione in un clima costruttivo e di serietà». Intanto però ci sono affari più stringenti da chiudere. La giunta comunale, per esempio. Alemanno è chiarissimo: «Nascerà con chi era apparentato con la mia candidatura». Niente assessorati dunque per Francesco Storace: per la «ricomposizione del centrodestra» si dovrà passare per «verifiche politiche e culturali molto chiare, ci vorranno tempi più lunghi». Ma anche all'interno del Pdl potrebbe non essere immediato trovar la quadra. Circola infatti la voce che Alemanno abbia imposto un aut aut ai suoi «fedelissimi» già eletti alle Camere: o in Parlamento o in Campidoglio, niente assessori part-time. Una voce che però il vicesindaco indicato Mauro Cutrufo smentisce seccamente: l'appuntamento che Alemanno ha dato ai suoi è per lunedì, solo allora si farà chiarezza sulle intenzioni del nuovo sindaco. Dopo il Quirinale Alemanno ha approfittato della sua partecipazione ad alcune trasmissioni radiofoniche e tv per chiarire alcuni punti del suo programma. Sulla prostituzione in strada è netto: «No ai supermercati di esseri umani e ai quartieri a luci rosse - afferma il sindaco - se la prostituzione deve esserci, che sia un fatto privato: non servono case chiuse, se una povera disgraziata ha deciso di rovinarsi la vita facendo la prostituta lo faccia a casa propria». Alemanno parla di tolleranza zero («ma non sarà far west»), di caporalato («una piaga da cancellare»), e anche di Venditti, il cantautore notoriamente vicino alla sinistra che lo ha definito «più a sinistra di tanti di sinistra»: «L'ho chiamato per ringraziarlo - spiega il sindaco - si è finalmente rotto l'odio e il conformismo verso di me». La questione dell'Ara Pacis? «Errore di comunicazione: non è una priorità del mio programma» anche se l'opera di Meier è a suo avviso fuori contesto, «un errore non solo di gusto, ma anche urbanistico». A sciogliere la questione potrebbe essere «un referendum». Ma Alemanno non guarda solo a Roma: alla domanda sul futuro del Pdl risponde di essere favorevole solo «se sarà un'operazione fatta bene, con congressi democratici: se è un'operazione di immagine, allora preferisco un discorso di tipo confederale». La guida del partito però, deve essere nelle mani di chi non ha altri incarichi istituzionali: «Uno dei motivi per cui il centrosinistra ha perso a Roma - conclude - sono stati i mesi in cui Veltroni segretario del Pd ha finito per trascurare la città».

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